
Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Il Tribunale federale ha revocato il seggio nel Consiglio degli Stati di Simon Stocker, politico socialista di Sciaffusa, perché non era residente nel cantone al momento della sua elezione.
Nel bollettino di oggi parleremo anche di come la ricca clientela statunitense stia riscoprendo le banche elvetiche, di servizi segreti virtuali e del momento di crisi che sembrano stare attraversando le associazioni di categoria degli ambienti economici, che faticano a far valere i propri interessi durante le votazioni.
Buona lettura!

Il Tribunale federale (TF) ha privato il politico del Partito socialista di Sciaffusa Simon Stocker del suo seggio al Consiglio degli Stati, la Camera alta del Parlamento elvetico. Il motivo: al momento dell’elezione, nel novembre del 2023, non era domiciliato nel canton Sciaffusa.
“Il domicilio – si legge nella decisione del TF pubblicata lunedì – si trova nel luogo in cui una persona ha il centro delle sue relazioni personali”. Nel giorno delle elezioni, Stocker aveva notificato l’arrivo nella città di Sciaffusa, dimostrando così la volontà di esercitare lì i diritti politici e di spostare il suo domicilio da Zurigo in un prossimo futuro. Tuttavia, non aveva ancora spostato il centro delle sue relazioni personali: abitava e lavorava principalmente a Zurigo, assieme alla famiglia.
Stocker ha accettato la sentenza, ma l’ha descritta come un “rifiuto di un modello familiare paritario”. Aveva organizzato la sua vita in modo che lui e la moglie potessero organizzare la propria vita professionale in modo equo, sottolinea.
L’ex consigliera agli Stati Lisa Mazzone, presidente dei Verdi, è dello stesso parere: “Con decisioni come questa, non c’è da stupirsi se presto al Consiglio degli Stati siederanno di nuovo solo uomini anziani”, ha dichiarato ai giornali CH Media.
Il 29 giugno si dovranno tenere nuove elezioni nel cantone di Sciaffusa. Stocker ha già annunciato che si ricandiderà.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC, l’intelligence elvetica) è autorizzato a utilizzare agenti virtuali sotto copertura per raccogliere informazioni. L’autorità di vigilanza indipendente ha riconosciuto la legalità di queste operazioni in un rapporto pubblicato oggi.
Le persone sospettate di terrorismo si scambiano sempre più spesso informazioni in chat di gruppo private o tramite servizi di messaggeria criptati e, secondo l’autorità di vigilanza, c’è il rischio che le indicazioni di minacce non vengano individuate per tempo senza agenti virtuali. Senza il loro impiego, inoltre, il SIC dipenderebbe dai servizi partner stranieri.
La legge sui servizi di intelligence permette simili operazioni, ma che cosa sia esattamente consentito fare, ad esempio, nel contesto di un servizio di messaggeria criptato non è ancora stato chiarito in modo definitivo. Per questo l’autorità di vigilanza raccomanda al SIC di rafforzare le proprie competenze legali in questo settore, che diventerà sempre più rilevante in futuro.

Se un tempo le organizzazioni economiche facevano fronte comune e ottenevano buoni risultati nelle votazioni, oggi non sembrano più in grado di far convergere i loro interessi, come successo ad esempio con la votazione sulla tredicesima AVS.
Economiesuisse, l’Associazione svizzera degli imprenditori e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) non riescono più a convincere l’elettorato con le loro argomentazioni, scrive la NZZ. Questo le costringe a ripensare radicalmente le loro strategie di comunicazione e di campagna, dichiara alla testata zurighese Fabio Regazzi, presidente dell’USAM.
L’osservatore politico Michael Herrmann spiega questa perdita d’influenza con le crescenti tensioni all’interno dell’economia. In seno ad essa alcune forze spingono verso la sostenibilità, la diversità e l’apertura verso l’Europa, mentre altre si muovono nella direzione opposta. “Posizionarsi come voce delle imprese in questa situazione mista non è quasi più possibile”, afferma Hermann.
Allo stesso tempo, i sindacati si sono organizzati meglio e la diffidenza nei confronti dell’élite imprenditoriale è cresciuta. Ora le associazioni di categoria degli ambienti economici stanno provando ad attuare delle riforme ma, anche in questo caso, scrive la NZZ, non c’è consenso su come farlo.

Le persone abbienti statunitensi puntano nuovamente gli occhi sulla Svizzera, per depositarvi parte del loro patrimonio, se non per trasferirvisi.
“Dopo ogni elezione, i ricchi americani dicono che sposteranno i loro soldi o si trasferiranno, ma questa volta, a differenza del passato, lo fanno davvero“, osserva Yann Rousset della società di consulenza per gli investimenti Pilotage Private Wealth, intervistato da Le Temps.
Dopo mesi di difficoltà nel promuovere la Svizzera agli occhi della clientela al di là dell’Atlantico, si registra insomma un rinnovato interesse.
La tendenza è favorita da un recente accordo con l’autorità di regolamentazione finanziaria statunitense, la SEC, e non è legata solo a un rifiuto della politica della nuova amministrazione americana, ma anche per il desiderio di adattarsi al mondo multipolare che sta emergendo e di sfruttare le opportunità d’investimento che offre, si legge sul quotidiano francofono.

Foto del giorno
Il fotografo statunitense Tyler Mitchell offre una visita guidata alla sua mostra “Wish This Was Real” presso il Museo cantonale della fotografia, il Photo Elysée, di Losanna.
Tradotto con l’aiuto di Deepl/Zz

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