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Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

All'indomani delle votazioni scorrono lacrime di gioia, lacrime di delusione e qualche lacrima anche per le cipolle allo "Zibelemärit" di Berna.

Nel nostro bollettino quotidiano ripercorriamo le ultime votazioni federali, dall'esito risicato. Come ha votato la diaspora elvetica? Come ha reagito la stampa? Perché le votazioni cantonali di Basilea hanno suscitato tanto interesse a livello internazionale? E poi torniamo a Berna, da ieri la città più a sinistra della Svizzera.

Vi auguro una buona lettura!

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RTS

La stampa legge la bocciatura del progetto governativo di ampliamento delle autostrade come un messaggio a favore del clima e un segnale di paura per la crescita demografica.

Invece di investire in superflui sviluppi autostradali, la Confederazione dovrebbe investire di più nel trasporto pubblico, afferma la Liberté. Secondo Le Temps, la sconfitta alle urne del progetto, specialmente nei Cantoni conservatori come Glarona e Obvaldo, è un segnale di una Svizzera che ha paura di crescere.

Il giornale cita il Consigliere agli Stati del Centro e presidente dell’Unione svizzere delle arti e dei mestieri (USAM), che si batteva per il “sì”, il quale ha detto: “In molti ci dicevano che non bisognava spendere miliardi per adattare le infrastrutture all’aumento della popolazione, ma piuttosto limitare quest’ultimo“.

Per il portale in lingua tedesca Blick.ch, il “no” all’ampliamento dell’autostrada è dovuto a una “alleanza contro natura”. Gli ambienti di sinistra hanno votato “no” per proteggere il clima ed evitare di cementificare il Paese. A destra, l’elettorato dell’Unione democratica di centro (UDC) ha rifiutato perché non vuole sacrificare il territorio e perché l’idea prevalente è che limitare l’immigrazione risolverà quasi tutti i problemi.

L’affermazione – ripetuta come un mantra da Albert Rösti – che l’ampliamento sarebbe andato a beneficio dei Comuni e delle regioni circostanti è caduta nel vuoto, secondo il portale in lingua tedesca Watson.ch.

Albert Roesti
Albert Roesti Keystone / Peter Schneider

Il progetto autostradale è stato bocciato a causa dello scetticismo sull’immigrazione? O sono le donne le responsabili del “no”? Alcuni spunti di riflessione il giorno dopo il voto.

Il campo borghese ha vissuto una batosta con il rifiuto dell’ampliamento delle autostrade. Secondo alcune voci, a far naufragare il progetto alle urne è stata l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Il Partito liberale radicale (PLR, destra), ad esempio, è irritato: “La sinistra ideologizzata riceve sempre più sostegno dall’UDC”, si legge in un comunicato stampa.

Lo scetticismo nei confronti dell’immigrazione ha probabilmente svolto un ruolo importante nel voto. Il ministro dei Trasporti Albert Rösti condivide questa opinione. “I referendisti hanno trasformato la legge in una questione di principio. Questo è andato a sommarsi [all’opinione delle] persone critiche nei confronti della crescita demografica”, ha dichiarato il consigliere federale dell’UDC alla SRF. Rösti, che si era impegnato molto a favore dell’ampliamento, è il grande sconfitto di questa domenica votazioni.

Secondo le analisi post-voto, a vincere è stato invece l’elettorato femminile. Ieri sono stati messi ai voti quattro progetti di legge nazionali – e donne e uomini si sono trovati quattro volte in disaccordo. Lo rivela un sondaggio condotto su 13’215 persone dall’Istituto Leewas per conto del gruppo Tamedia. Se fosse stato per gli uomini, la rete autostradale sarebbe stata ampliata, scrive il Tages-Anzeiger.

logo esc
Logo esc Keystone / Georgios Kefalas

Questa domenica di votazioni è stata seguita con attenzione anche dall’estero, non per i temi federali, ma per il voto cantonale di Basilea sul finanziamento dell’Eurovision Song Contest (ESC). A livello nazionale, hanno suscitato grande interesse le elezioni tenutesi nella città di Berna.

È naturale che una votazione legata all’ESC, evento di portata internazionale, interessi molte persone al di là dei confini. Ciononostante, la reazione dei media è stata sorprendente. Su Times of India si legge: “L’elettorato di Basilea ha approvato un credito di 40 milioni di dollari per l’ESC” e Bloomberg titola: “Fallisce il voto contro l’evento ‘blasfemo’ – L’Eurovision può andare avanti a Basilea”. “La città svizzera vota per spendere milioni per il prossimo Eurovision l’anno prossimo”, scrive l’australiana SBS News. L’interesse dimostrato “Down Under” è sicuramente dovuto al fatto che il Paese dal 2015 partecipa al concorso canoro europeo.

A livello nazionale, è Berna a far scorrere l’inchiostro. Con il suo nuovo Consiglio municipale è diventata ufficialmente la città più di sinistra della Svizzera. I cinque membri sono: Marieke Kruit, (Partito socialista, PS) – in corsa anche per la carica di sindaca – Ursina Anderegg, (di Grünes Bündnis, sinistra ecologista), il consigliere nazionale Matthias Aebischer (PS), il sindaco in carica Alec von Graffenried (Grüne Freie liste, GFL, formazione che si definisce “verde, sociale e liberale”), e Melanie Mettler, del Partito verde liberale (PVL, centro-destra ecologista). Quest’ultima è la “più a destra” dell’esecutivo bernese.

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Keystone / Peter Klaunzer

Foto del giorno

In questo lunedì di novembre, le strade di Berna si sono riempite fin dalle prime ore del mattino per una delle più caratteristiche feste della Confederazione, il mercato delle cipolle, lo “Zibelemärit”. Protagoniste sono le trecce di cipolle, i coriandoli e il vino caldo. Ce n’è per tutti i gusti.

Tradotto con l’aiuto di Deepl/Zz

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