La televisione svizzera per l’Italia
armi prodotte in svizzera

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

quanto reso noto oggi sembra la trama di un film in cui i protagonisti sono scaltri studenti e studentesse che puntano sulla propria intelligenza per ottenere qualche piccolo ma geniale vantaggio nella vita. Vi parlo di alcuni ricercatori e ricercatrici in sicurezza informatica del Politecnico federale di Zurigo. Riuscendo a ingannare la funzione dell’applicazione delle FFS che consente di pagare il biglietto monitorando il tratto che viene percorso, i e le giovani hanno potuto viaggiare in treno gratuitamente. A permetterglielo è stata la scoperta di una falla informatica della app grazie alla quale sono riusciti a manipolare i dati di localizzazione.

In questo caso, i viaggi "gratuiti" sono stati fatti nell’ambito di un esperimento di ricerca. I e le partecipanti avevano infatti con sé un biglietto valido e hanno poi informato le FFS della presenza della falla. Falla che è poi stata risanata.

Vi lascio ora alle altre notizie del giorno. Buona lettura!

armi prodotte in svizzera
KEYSTONE

L’esportazione di materiale bellico continua a rappresentare un tema (quasi) all’ordine del giorno in Svizzera. Il Consiglio federale ha infatti deciso oggi che, in caso di eventi straordinari e per preservare gli interessi del Paese, deve poter attuare delle deroghe.

Lo prevede una modifica della legge federale sul materiale bellico (LMB) approvata oggi e inviata in consultazione fino al 4 settembre. La modifica è frutto di una mozione trasmessa dalle Camere federali l’anno scorso nel contesto della guerra in Ucraina. In aula, il Consiglio federale si era detto favorevole all’atto parlamentare che prevede deroghe in circostanze eccezionali e per salvaguardare gli interessi di politica estera o di sicurezza del Paese.

Nel corso dei dibattiti, i parlamentari favorevoli (una maggioranza borghese) avevano ricordato le reazioni negative di alcuni Paesi, come la Germania, dopo che Berna aveva negato il permesso di riesportare in Ucraina materiale bellico acquistato dalla Svizzera. Berlino aveva minacciato di non volerne più sapere di armi prodotte nella Confederazione. Una minoranza (composta da sinistra e verdi liberali) si era opposta invano alla mozione, definendo antidemocratico proporre cambiamenti al controprogetto all’iniziativa popolare “Contro l’esportazione di armi in Paesi teatro di guerre civili (Iniziativa correttiva)”, approvato appena tre anni fa.

Il Consiglio federale ha oggi rassicurato che continuerà a rispettare gli impegni internazionali della Svizzera, in particolare il diritto della neutralità. Concretamente, la facoltà di deroga non potrà né essere applicata alle esportazioni che violano il diritto della neutralità, né essere utilizzata verso Paesi che violano i diritti umani.

albert roesti
KEYSTONE/KEYSTONE / ANTHONY ANEX

La Confederazione intende investire 16,4 miliardi di franchi nell’infrastruttura ferroviaria tra il 2025 e il 2028, ossia circa 2 miliardi in più rispetto al quadriennio che sta per volgere a termine.

L’incremento, oltre a compensare il rincaro, garantirà alle ferrovie la disponibilità di più fondi in termini reali. Queste potranno così attuare, tra l’altro, progetti per l’accesso senza barriere delle persone con disabilità già pronti per la realizzazione, ha precisato il ministro dei trasporti Albert Rösti.

Nell’ambito dello stesso progetto, il Consiglio federale ha chiesto un credito d’impegno di 185 milioni per contributi d’investimento a favore di impianti per il traffico merci privato con il quale intende proseguire il promovimento del traffico merci su rotaia e del trasferimento del traffico merci attraverso le Alpi, ha rilevato il consigliere federale. Il finanziamento è garantito da proventi dell’imposta sugli oli minerali e da ulteriori mezzi a destinazione vincolata.

La futura stazione sotterranea che sarà costruita sotto l’attuale stazione principale di Basilea – che è considerata il fulcro del futuro sistema di trasporto rapido urbano renano – fa parte del messaggio 2026 sull’ampliamento ferroviario del Consiglio federale, ha infine asserito Rösti. L’approvazione del credito passerà ora nelle mani del Parlamento per l’approvazione.

raffineria tamoil
KEYSTONE

Anche se attualmente non ci sono carenze di gas, il Consiglio federale preferisce essere previdente e fare in modo che, in caso di penuria, l’approvvigionamento venga assicurato in Svizzera alle economie domestiche, agli ospedali o i servizi di emergenza, ossia quelli che vengono definiti “clienti protetti”.

Pertanto, lo scorso marzo, il ministro dell’energia Albert Rösti ha firmato un accordo tripartito con Berlino e Roma, dopo tre anni di discussioni. L’intesa consente alla Svizzera di chiedere la solidarietà di Germania e Italia sul rifornimento di gas, una volta che sono state adottate tutte le misure nazionali possibili, e viceversa. I tre Stati garantiscono inoltre di non limitare le capacità di trasporto esistenti nelle loro reti. Oggi, l’approvazione di quest’accordo di solidarietà è stato sottoposto a consultazione (fino al 17 giugno), prima di passare sui banchi delle Camere federali per essere approvato.

Affinché si possa effettivamente avere accesso alle prestazioni di solidarietà, sono stati predisposti due crediti d’impegno: il primo, di 300 milioni di franchi, serve a finanziare una garanzia statale. La Confederazione potrebbe utilizzarla per garantire l’acquisto di gas nell’ambito di misure volontarie di solidarietà. Il secondo credito, pari a 1 miliardo di franchi, è destinato a coprire l’indennizzo che la Confederazione dovrà versare in caso di misure sovrane da parte delle autorità tedesche e italiane.

Se viene richiesta la solidarietà di uno Stato, l’industria del Paese interessato può inizialmente offrire forniture di gas su base volontaria. Se per i “clienti protetti” ciò non è sufficiente, le autorità possono infatti ordinare cosiddette “misure sovrane”. In pratica, il Governo ordinerebbe una riduzione dei consumi dei clienti non protetti in cambio di un indennizzo.

vittime e parenti delle vittime di Sonko
KEYSTONE/© Ti-Press

Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha condannato l’ex ministro dell’Interno del Gambia Ousman Sonko a 20 anni di detenzione per ripetuti crimini contro l’umanità.

La Corte degli affari penali lo ha riconosciuto colpevole di ripetuti omicidi intenzionali, ripetuti sequestri di persona, ripetute torture qualificabili come crimini contro l’umanità. Il procedimento per i casi di violenza carnale è stato archiviato. Il tribunale ha inoltre ordinato l’espulsione per dodici anni dalla Svizzera. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva richiesto la reclusione a vita, mentre la difesa l’assoluzione.

I reati sono stati commessi tra il gennaio 2000 e il settembre 2016 – quando Sonko è stato destituito dal suo incarico di ministro dell’Interno – e per la maggior parte perpetrati dall’imputato in complicità con l’allora presidente del Paese Yahya Jammeh e dirigenti delle forze di sicurezza e dei servizi penitenziari. I crimini sono stati commessi nell’ambito della repressione del regime nei confronti di oppositori, giornalisti e presunti golpisti, hanno sottolineato i giudici di Bellinzona.

Riguardo alla competenza della Corte degli affari penali, il TPF ha dichiarato che la Svizzera aveva il diritto di perseguire i reati commessi da Sonko, contro la popolazione civile del Gambia, in nome della giurisdizione universale. Il tribunale ha basato la sua convinzione sulle dichiarazioni dell’imputato e numerose deposizioni di testimoni vittime in Svizzera e all’estero.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR