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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

da mesi ormai si succedono le messe in guardia sull'aumento dell'inflazione. Nonostante nella Confederazione la maggior parte delle persone possa contare su un reddito sufficiente a far fronte all'elevato costo della vita, si stima siano 745'000 invece le persone che fanno fatica a pagare spese impreviste. Ora l'inflazione è tornata a un livello considerato buono da chi se ne intende. Ma la stagione dei rincari è comunque arrivata. Secondo un sondaggio commissionato dal gruppo editoriale AZ media, il 91% della cittadinanza sentirebbe la pressione degli aumenti. Interessante, fra i risultati, un 14% che avrebbe dichiarato di non avere comunque intenzione di cambiare il proprio stile di vita. Non so voi, io il rincaro l'ho sentito sulla benzina e non c'è nulla da fare, ogni volta che faccio la spesa in Italia resto allibita. Per chi si muove spesso fra i due Paesi, l'enorme differenza di prezzo di alcuni prodotti resta inspiegabile.

Buona lettura con le notizie del giorno.

Autostrada dal Canton Ticino all Italia.
L’autostrada che unisce il canton Ticino all’Italia. © Keystone / Ti-press / Francesca Agosta

Chi lavora a cavallo fra Italia e Svizzera potrà presto tirare un sospiro di sollievo. Mancano solo gli ultimi passaggi tecnici per la ratifica finale del nuovo accordo fiscale fra i due Paesi.

C’è voluto un po’ di tempo e parecchia pazienza, ma la questione della tassazione del personale frontaliero sembrerebbe finalmente risolta. È avvenuta infatti la pubblicazione dell’accordo italo-svizzero nella Gazzetta ufficiale del Belpaese, un passo fondamentale che si attendeva da settimane. Ufficialmente, il nuovo testo è entrato in vigore a partire dal primo luglio.

Tuttavia, mancano ancora alcuni passaggi formali perché finalmente l’accordo sull’imposizione del personale frontaliero, firmato nell’ormai lontano 23 dicembre 2020 da Italia e Svizzera, sarà realtà. Ci è voluto un decennio per regolare la spinosa materia, per un tema di estremo interesse per entrambi i Governi, vista la posta finanziaria in gioco. Restano invece in una zona grigia lavoratori e lavoratrici frontalieri che prestino servizio da casa in modalità “telelavoro”.

L’accordo amichevole e informale con il quale Italia e Svizzera hanno gestito la questione negli ultimi anni è scaduto all’inizio di luglio. E per ora, non si sa quando la questione potrà essere chiarita. C’è da sperare che non ci vogliano anche in questo caso degli anni.

Retroscena e dettagli sull’accordo fiscale nell’articolo di SWI tvsvizzera-it.

La zona grigia per il telelavoro, nell’approfondimento del mio collega Riccardo Franciolli.

Un documento storico dalle Teche della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): “Vite da frontalieri”, andato in onda nel 1966Collegamento esterno.

Approfondimento recente della trasmissione Falò RSI sul lavoro a cavallo fra Svizzera e Italia, e le possibili conseguenze del nuovo accordo “Ridateci i frontalieriCollegamento esterno“.

Pubblicità della nuova iniziativa UDC sull immigrazione.
È stato presentato in conferenza stampa a Berna il manifesto della nuova iniziativa dell’UDC. © Keystone / Peter Schneider

Immigrazione nella Confederazione. L’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista) ha lanciato un’iniziativa che chiede di limitare la popolazione a 10 milioni di abitanti.

È stata pubblicata oggi sul Foglio federale ed ora il partito che l’ha promossa ha tempo fino al 4 gennaio 2025 per raccogliere 100’000 firme a sostegno del testo. Se ci riuscirà, il popolo svizzero sarà chiamato alle urne per votarla.

L’UDC l’ha chiamata “Iniziativa per la sostenibilità – No a una Svizzera da 10 milioni”. Argomentando che “l’immigrazione incontrollata” sarebbe la “causa dei gravi problemi, tutti urgenti, con i quali è confrontato il Paese“. Citati la crisi degli alloggi, l’approvvigionamento energetico, il traffico, l’aumento dei costi sanitari e sociali, e la sicurezza.

Da tempo esponenti del principale partito a livello nazionale avevano annunciato che il gruppo stava lavorando alla preparazione di una nuova campagna sul tema, da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’UDC. Si tratta in effetti della terza iniziativa lanciata o sostenuta dal partito sulla questione migratoria, dopo “Contro l’immigrazione di massa”, approvata dal popolo il 9 febbraio 2014, e “Per un’immigrazione moderata”, che fu invece respinta nel settembre 2020.

Di recente il partito aveva commentato positivamente i risultati di un sondaggio commissionato dai gruppi editoriali Tamedia e 20Minuti, secondo i quali oltre la metà delle persone intervistate si dichiarava favorevole a una forma di contingentamento dell’immigrazione.

La notizia dell’iniziativa UDC da SWI swissinfo.ch

La conferenza stampa di lancio dell’iniziativa, nell’articolo de La RegioneCollegamento esterno.

Il sondaggio commissionato da Tamedia e 20Minuti, da tio.chCollegamento esterno

Contesto: 166 anni di immigrazione in grafici, da tvsvizzera-it.  

Raccolta di meloni in Svizzera.
Lavoratori e lavoratrici sia svizzeri che di altri Paesi in un campo di meloni. Keystone / Gaetan Bally

Secondo la Segreteria di stato per l’economia (SECO) la libera circolazione delle persone nello spazio del continente Europa ha portato benefici misurabili alla Confederazione.

Per un gioco del caso, proprio nelle ore in cui l’UDC lanciava la sua iniziativa per limitare l’immigrazione, la SECO ha presentato il 19esimo rapporto dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone, le cui conclusioni presentano il fenomeno sotto una luce positiva per il Paese.

Secondo il rapporto, infatti, la Confederazione avrebbe tratto beneficio dalla disponibilità di manodopera, in particolare dal punto di vista demografico. La Svizzera, infatti, è cronicamente afflitta da una carenza di forza lavoro peggiorata dall’invecchiamento della popolazione.

La SECO sottolinea che dallo spazio dell’Unione europea sarebbe giunto sia personale altamente qualificato, che personale che possa svolgere mansioni meno specializzate.

Il rapporto della SECO nell’articolo di Moneymag.chCollegamento esterno

E sul sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSICollegamento esterno).

Contesto e approfondimento sul tema da tvsvizzera-it.

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Non si ferma la controversia sul caso Credit Suisse – UBS. © Keystone / Michael Buholzer

Nuove procedure giudiziarie attorno al caso Credit Suisse (CS) e UBS. La fondazione Ethos ritiene che lo storico istituto bancario svizzero valesse più di quanto applicato nell’acquisizione.

In un comunicato, la fondazione Ethos, attiva nel settore degli investimenti sostenibili, ha fatto sapere di considerare non corretto il cambio applicato nei tumultuosi giorni che hanno segnato la fine di CS. Ethos sosterrà dunque la società start-up LegalPass di Losanna nella sua azione legale.  

Il cambio applicato è stato di un’azione UBS contro 22,48 azioni di Credit Suisse. Di conseguenza, CS è stato valutato a un totale di tre milioni di franchi, mentre alla chiusura della Borsa il suo valore ufficiale era di sette. Ethos è attiva dal principio della saga CS-UBS, ed aveva già contestato il fatto che l’azionariato non avesse potuto esercitare i propri diritti nell’assemblea generale.  

LegalPass ha inaugurato una piattaforma on-line perché persone che erano clienti di CS possano cercare di ottenere un risarcimento corrispondente alla differenza fra i due valori. Oltre all’iniziativa, sono come noto iniziati i lavori della speciale Commissione d’inchiesta parlamentare, mentre la Procura federale ha aperto un’investigazione.

La questione Ethos e LegalPass da SWI swissinfo.ch

L’inchiesta della Procura generale, su SWI swissinfo.ch

A cosa serve una Commissione d’inchiesta parlamentare nell’approfondimento della Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), in italiano su SWI swissinfo.ch

Tutti i retroscena (in tedesco) nel sito specializzato in finanza Inside ParadeplatzCollegamento esterno.

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