
Oggi in Svizzera
Cari lettrici e cari lettori,
vi spero bene!
Qui, la scorsa notte, è stata registrata una scossa di magnitudo 2,8 con epicentro poco a nord di Berna. Secondo le testimonianze raccolte dal Servizio sismico svizzero, è stata avvertita fino a 18 chilometri di distanza. Tuttavia, terremoti di questa intensità non sono rari nel Paese e non si registrano danni.
Godetevi dunque tranquilli l'attualità del giorno e se vi va di scriverci fatelo qui. Buona lettura.

La Catena della Solidarietà ha realizzato nel 2020 la più cospicua raccolta fondi degli ultimi quindici anni a favore dell’aiuto nella Confederazione.
Nell’ambito della campagna ‘Coronavirus in Svizzera’, la fondazione ha raccolto donazioni per oltre 43 milioni di franchi, in maggior parte destinati alle persone duramente colpite dalle conseguenze della crisi sanitaria. Nel 2005, per le vittime del maltempo nel Paese, erano stati donati 50 milioni.
Saldo però anche l’impegno all’estero. La solidarietà con la quale gli svizzeri hanno risposto alla pandemia è stata straordinaria, indica l’organizzazione presentando il suo rapporto annuale, e ha consentito di finanziare -tra Svizzera e resto del mondo- 409 progetti, attuati dai partner di 41 Paesi.
Nel 2020, sono stati raccolti in tutto 64,5 milioni di franchi. Complessivamente, dal 1946, la Catena della Solidarietà ha fatto confluire verso progetti umanitari e sociali oltre 1,8 miliardi.
- Il rapporto annualeCollegamento esterno sul sito della Catena della solidarietà
- Solidarietà svizzera con il Libano: uno degli interventi concreti di quest’anno, in un articolo di SWI swissinfo
- L’anno che ha tolto il velo sulla povertà in Svizzera, ovvero quel che il coronavirus ha fatto emergere: approfondimento di tvsvizzera.it
- La nuova strategia del governo svizzero nell’aiuto allo sviluppo, e i rischi che si corrono, in un’analisi di SWI swissinfo

L’Associazione svizzero-tedesca dei docenti LCH chiede che test di depistaggio di massa del Covid siano effettuati nelle scuole di tutto il Paese.
Precursori sono stati Basilea Campagna e Zugo. In quest’ultimo cantone, dalla fine delle vacanze sportive il prossimo 22 febbraio, gli allievi e gli insegnanti delle medie dovranno sottoporsi a tampone rapido due volte la settimana, ripetutamente, in tutti gli istituti.
Poiché la pandemia colpisce tutta la Svizzera, dovrebbero essere chiuse scuole in tutto il Paese, ha detto giovedì a Radio SRF il presidente della LCH Dagmar Rösler, che auspica test di massa a livello nazionale coordinati da Berna.
La direttrice dell’Ufficio della sanità pubblica (UFSP) Anne Lévy ha replicato che il sistema scolastico è di esclusiva competenza dei Cantoni. È giusto che siano essi a decidere chi e quando testare.
- Anche i Grigioni partono con test a tappeto nelle scuole, notiziaCollegamento esterno di RSI News
- Test rapidi a tappeto: ora li paga la Confederazione (da tvsvizzera.it)

Il lavoro dell’amministratore delegato di Swisscom è retribuito quanto quello di quattro consiglieri federali.
Nel 2020, anno in cui l’azienda ha soppresso 600 impieghi, Urs Schaeppi (immagine) ha visto crescere i suoi compensi di oltre il 5% e guadagnato 1,85 milioni di franchi, secondo quanto emerge dal rapporto d’esercizio pubblicato giovedì.
Il 61enne ingegnere ed economista, CEO di Swisscom dal 2013, è il più pagato dei manager a capo di aziende federali (l’ex monopolista delle telecomunicazioni è ancora per il 51% della Confederazione). Ma anche lo stipendio dei numeri uno di FFS e Posta è lievitato negli ultimi decenni, ciò che è spesso oggetto di discussioni.
A titolo di paragone, la retribuzione di Schaeppi vale 24 anni di stipendio medio in Svizzera (6538 franchi) e quattro volte quello dei suoi “superiori”, cioè i membri del governo, che incassano 454’600 franchi l’anno più 30’000 per le spese.
- Schaeppi? Vale quattro Berset! La notiziaCollegamento esterno su RSI News
- Come gli svizzeri spendono i loro 10’114 franchi di reddito mensile (Indagine sul budget delle famiglie nel resoconto di SWI swissinfo.ch)
- Dai nostri archivi: la bocciatura dell’iniziativa ‘Per salari equi’, che chiedeva che in ogni azienda lo stipendio più alto fosse al massimo 12 volte il più basso

Quanto dobbiamo avere paura delle varianti del coronavirus? E i vaccini anti-Covid saranno realmente efficaci?
Sono le domande che abbiamo girato a Emma Hodcroft, epidemiologa genomica all’Istituto di medicina sociale e preventiva di Berna. La scienziata britannico-statunitense, il cui lavoro si concentra sulle mutazioni del SARS-CoV-2, ci spiega perché è essenziale tenere bassi i contagi: più volte lasciamo che il virus si replichi, più rischiano di generarsi varianti, anche più pericolose.
Quanto ai vaccini, se anche dovessero rivelarsi meno efficaci contro le mutazioni, “è improbabile che smettano di funzionare del tutto”. Nondimeno, è difficile vaccinare una popolazione più velocemente di quanto si diffonde una variante: restano quindi cruciali le misure igieniche e di distanziamento per contenere il contagio.
- Ma quante sono le varianti? E per chi ha paura di vaccinarsi? Le risposta nell’intervista a Emma Hodcroft di Sarah Ibrahim
- Nessun allentamento in vista, data la maggior contagiosità delle nuove varianti: le ultime dal Consiglio federale nel resocontoCollegamento esterno del Corriere del Ticino
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