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Svizzera, scuole chiuse e giro di vite alla frontiera

Membri del consiglio federale.
"Sono misure dure, ma sono quelle che ci permetteranno di raggiungere il nostro obiettivo: rallentare l'epidemia e evitare il sovraffollamento degli ospedali", ha detto il ministro della sanità elvetico Alain Berset (a destra). Keystone / Alessandro Della Valle

Le scuole resteranno chiuse in tutta la Svizzera almeno fino al 4 aprile. Lo ha deciso il governo per lottare contro il nuovo coronavirus. Misure più severe anche alle frontiere. Il passaggio sarà permesso solo ai frontalieri e ai detentori di un permesso di soggiorno. Sono alcuni dei provvedimenti adottati mercoledì dalle autorità.

La chiusura delle scuole dell’obbligo era stata già decretata in mattinata nel cantone Ticino. La misura si estende ora anche al resto del paese. 

I cantoni possono prevedere offerte di custodia per evitare che i bambini vengano accuditi dai nonni, che rientrano nel gruppo delle persone maggiormente a rischio. Gli esami già previsti possono essere tenuti soltanto se vengono adottate determinate misure di sicurezza.

Controlli alla frontiera

Le misure saranno più severe anche alla frontiera con l’Italia, il paese europeo attualmente più toccato dalla pandemia. Sono ripristinati con effetto immediato i controlli ai confini con i Paesi dello spazio Schengen. Dalla Penisola Italia saranno consentiti gli ingressi soltanto a cittadini elvetici, persone con permessi di soggiorno e chi deve recarsi in Svizzera per motivi professionali. Il traffico di transito e il trasporto merci non sono toccati dal provvedimento comunicato venerdì del governo.

Potranno in ogni caso continuare a varcare il confine con l’Italia le persone in situazione di assoluta necessità, hanno spiegato le autorità. Finora chi non si recava in Svizzera per necessità o per lavoro era solo invitata a non recarvisi. Di fatto per i frontalieri cambia poco, eccetto che i controlli saranno generalmente un po’ più frequenti e severi.

Simili provvedimenti restrittivi servono, in primo luogo, a proteggere la popolazione residente nella Confederazione e ad assicurare al sistema sanitario elvetico le risorse necessarie, sottolinea il Consiglio federale.

L’esecutivo monitora inoltre costantemente la situazione: se necessario estenderà i provvedimenti alla frontiera ai viaggiatori di altri Paesi o regioni.

Attualmente alla popolazione elvetica è consigliato di evitare i viaggi all’estero non strettamente necessari.

Stop alle manifestazioni con più di 100 persone

A fronte del crescente numero di casi di coronavirus riscontrati – oltre 1’125, di cui 215 in Ticino – il Consiglio federale ha ordinato l’annullamento di tutte le manifestazioni con più di 100 persone (finora il limite era stato fissato a 1’000 persone). Il divieto entra in vigore immediatamente e dura almeno fino al 30 aprile 2020.

Questo provvedimento si applica anche alle strutture del tempo libero, quali i musei, i centri sportivi, le piscine e le stazioni sciistiche. Il Governo, inoltre, ha preso delle misure volte a ridurre al massimo gli assembramenti nei ristoranti, bar e discoteche. Qui potranno esserci soltanto 50 persone, personale incluso.  

In questo modo – spiega l’esecutivo – è più facile mantenere la distanza reciproca di sicurezza.

Aiuti economici

Tenuto conto della situazione e delle conseguenze economiche della diffusione del coronavirus, il governo ha anche deciso di stanziare fino a 10 miliardi per attenuare in modo rapido e non burocratico le ripercussioni sulle aziende. L’obiettivo è permettere alle imprese di continuare a versare gli stipendi ai salariati.

Sono anche previsti provvedimenti per aiutare gli organizzatori di eventi sportivi e il settore culturale. Per le squadre professionistiche sono previsti in particolare fino a 50 milioni di aiuti. 

Il ministro dell’economia Guy Parmelin ha comunicato inoltre che una task force sarà istituita in seno al suo dipartimento che lavorerà a stretto contatto con la Banca nazionale per valutare l’impatto economico della pandemia.

I dettagli nell’edizione serale del telegiornale: 

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