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2019-nCoV, 10 svizzeri saranno rimpatriati

Una persona intervistata da una giornalista televisiva, con operatore, in sala decorata con l immagine di un globo
Nell'immagine Pascal Strupler, direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica, che fornisce un aggiornamento quotidiano e ha attivato due infoline Coronavirus, una per la popolazione stanziale e una per i viaggiatori. Keystone / Peter Klaunzer

Non vi è traccia del coronavirus 2019-nCoV, nel centinaio di campioni esaminati in Svizzera dal Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE): lo ha confermato venerdì l'Ospedale universitario di Ginevra. Intanto, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sta organizzando il rimpatrio di dieci cittadini elvetici i quali, a causa dell'epidemia, vogliono rientrare dalla Cina.

Secondo quanto riferito dal Centro di gestione delle crisi del DFAECollegamento esterno, i cittadini svizzeri interessati al rimpatrio sono 10, si trovano nella provincia di Hubei -di cui Wuhan, sede del focolaio dell’epidemia è capoluogo- e sono tutti in buona salute e al sicuro. Saranno imbarcati verosimilmente domenica notte su un volo Wuhan-Marsiglia, e saranno posti in quarantena in una non meglio precisata località nel Sud della Francia.

Da giovedì, l’epidemia di 2019-nCoV è stata dichiarata emergenza sanitaria mondiale. I 10’000 i casi sono quasi tutti in Cina, ma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie parla di un rischio elevato di importazione del nuovo coronavirus. Diverse compagnie aeree, tra cui Swiss, hanno sospeso i voli diretti da e per la Cina.

Il Touring club svizzero (TCS), che ha istituto una task force e in collaborazione col DFAE fornisce consulenza media e organizza il rientro in Svizzera, ha comunicato venerdì di aver fornito assistenza a 81 suoi soci in difficoltà. Le telefonate ricevute dall’inizio della crisi sono oltre 250.

Tutti i test negativi

L’Ospedale universitario ginevrino, dove ha sede il CRIVE, ha riferito all’agenzia Keystone-ATS che il laboratorio ha esaminato da martedì un centinaio di campioni di pazienti sospettati di aver contratto il coronavirus.

Prima di martedì il CRIVECollegamento esterno, che una quindicina di giorni fa ha sviluppato un test per la diagnosi, era stato chiamato a chiarire meno di 10 casi. L’uso del tampone nasofaringeo ha dato finora sempre esito negativo.

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Il Dipartimento federale dell’interno (DFI) ha comunicato che sabato entra in vigore l’ordinanza che prevede l’obbligo di notifica telefonica di casi sospetti entro due ore a Cantoni e Confederazione.

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Numero verde

Le infolineCollegamento esterno telefoniche messe a disposizione dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non hanno, almeno per ora, rilevato alcun panico in relazione all’epidemia. Alle 12 di venerdì, avevano chiamato circa 170 persone (tre volte in meno rispetto all’influenza suina nel 2009).

Il portavoce del centro di telemedicina Medgate a Basilea, incaricato dall’UFSP di gestire il servizio, ha dichiarato a Keystone-ATS che le persone sono “assetate di informazioni” ma non preoccupate e l’afflusso di chiamate è “moderato”, rispetto ad altre infezioni.

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A comporre il numero verde sono in particolare viaggiatori che rientrano dall’Asia e persone che, prima di intraprendere un viaggio, si informano sui mezzi per proteggersi e su eventuali restrizioni. Le infoline sono rivolte anche a medici e specialisti.

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