Nuovi accordi con Ue, 61% favorevole secondo sondaggio Interpharma
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Un sondaggio condotto da Gfs.bern per Interpharma mostra che una netta maggioranza della popolazione svizzera sostiene nuovi accordi con l’Unione Europea, pur esprimendo preoccupazioni legate alla burocrazia e agli effetti della libera circolazione.
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Il 61% della popolazione svizzera si dice favorevole a nuovi accordi con l’Unione Europea, il 30% è contrario e il 9% non si esprime.
È quanto emerge da un sondaggio condotto dall’istituto demoscopico Gfs.bern per conto di Interpharma, l’associazione delle aziende farmaceutiche elvetiche.
La domanda centrale verteva sulla posizione relativa a un “adattamento degli attuali contratti con l’UE”: il 24% si è detto decisamente a favore, il 37% abbastanza a favore, il 12% tendenzialmente contro e il 18% decisamente contro.
Il nuovo accordo sull’elettricità, presentato nella domanda dei sondaggisti come a favore della stabilità di rete e della sicurezza di approvvigionamento, ha raccolto il 69% dei consensi. L’intesa sul commercio di beni alimentari – “con l’obiettivo di aumentare la sicurezza alimentare e i diritti dei consumatori, evitando che la Svizzera debba riprendere dall’UE standard più bassi” – ha ottenuto un’approvazione del 54%. La convenzione sulla sanità è invece stata accreditata del 68% di sì.
Per il 79% delle persone interpellate gli accordi bilaterali sono importanti perché garantiscono l’accesso al mercato comunitario. Inoltre, il 78% sostiene l’argomentazione secondo cui le intese con Bruxelles consentono l’accesso ai programmi di ricerca e formazione. Con circa il 68%, anche l’idea che gli accordi contribuiscono alla prosperità della Svizzera gode di un ampio consenso.
È però anche stato riscontrato scetticismo nei confronti dell’elevata burocrazia dell’UE (74%). Gli intervistati si sono inoltre detti preoccupati per la pressione sui salari nazionali esercitata dalla libera circolazione delle persone (62%) e per l’aumento dei prezzi degli affitti e degli immobili (61%).
Il sondaggio, che ha visto coinvolte 1’030 persone aventi diritto di voto, si è svolto fra il 21 luglio e il 3 agosto. Per correggere la distorsione socio-demografica, è stata effettuata una ponderazione in base alle regioni linguistiche, al tipo di insediamento, al livello di istruzione, all’età e al sesso, nonché alle affinità di partito, spiegano gli specialisti di Gfs.bern.
“Il percorso bilaterale è stato concepito su misura dalla Svizzera e per la Svizzera”, commenta il CEO di Interpharma René Buholzer. “Il nuovo sondaggio sull’Europa lo dimostra chiaramente: la popolazione sostiene gli accordi bilaterali III”, aggiunge il dirigente, facendo ricorso a una denominazione delle intese in uso presso il mondo economico elvetico. “Con questo pacchetto la Svizzera ha nelle proprie mani la possibilità di regolare le relazioni con il suo principale partner commerciale e di rafforzare la propria posizione economica e nel campo della ricerca”, conclude il manager con studi a San Gallo.
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