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Novartis: “Nessun nesso fra i tagli in Svizzera e gli investimenti negli USA”

sede novartis
Keystone-SDA

La società farmaceutica Novartis smentisce un collegamento tra il taglio di 550 posti di lavoro nel suo stabilimento di Stein, in Argovia, e gli investimenti annunciati per espandere la capacità produttiva negli Stati Uniti.

Per Novartis non sussiste un collegamento fra il pesante taglio occupazionale deciso in Svizzera e gli investimenti che vengono effettuati negli Stati Uniti.

Lo precisa la società farmaceutica dopo aver indicato martedì mattina la cancellazione di 550 impieghi a Stein, nel canton Argovia, entro la fine del 2027.

“L’annuncio odierno non è correlato agli investimenti annunciati da Novartis in aprile per espandere la capacità produttiva negli Usa per il mercato americano”, ha affermato un portavoce contattato dall’agenzia AWP.

Il gruppo non precisa dove viene spostata la produzione che attualmente avviene a Stein. Negli stabilimenti interessati gli effettivi si ridurranno comunque di un terzo: oggi lavorano infatti sul posto circa 1’600 dipendenti.

Unia: “Una scelta incomprensibile e vergognosa”

Dopo l’annuncio del taglio di 550 impieghi, non si è fatta attendere la reazione del sindacato Unia, che accusa il colosso farmaceutico di aver agito in malafede, dopo aver rassicurato solo poche settimane or sono riguardo all’assenza di rischi per l’occupazione nel sito in questione.

“Unia condanna l’eliminazione di ulteriori posti di lavoro e l’indebolimento della Svizzera come sede industriale”, si legge in un comunicato. La mossa della società appare del tutto “incomprensibile”, alla luce degli ottimi risultati finanziari pubblicati dall’azienda poche settimane or sono, in un contesto inoltre di aumento della produzione negli USA. Viene chiesta con urgenza la valutazione di alternative.

“È scandaloso che, a spese dei lavoratori della produzione e dell’imballaggio, si voglia aumentare ulteriormente gli alti profitti per soddisfare l’avidità degli azionisti”, sostiene l’organizzazione. “Secondo questa logica la spirale dei licenziamenti per ottenere guadagni ancora maggiori a spese della Svizzera come sede industriale continuerà a girare senza sosta”.

Unia invita Novartis ad avvalersi della procedura di consultazione che sarà avviata prossimamente per tenere conto delle proposte dei lavoratori ed evitare la soppressione di centinaia di posti di lavoro. Le alternative devono essere valutate seriamente, come previsto dalla normativa sui licenziamenti collettivi. A questo proposito a causa del breve preavviso dato ai dipendenti e alle parti sociali, la procedura di consultazione deve essere prorogata per consentire un approccio serio. “Il procedimento non deve essere un semplice alibi”, conclude il sindacato.

Delusione del Consiglio di Stato argoviese

Anche il Consiglio di Stato cantonale ha reagito alla notizia dei licenziamenti con “profondo rammarico”. “Una riduzione di posti di lavoro di questa portata colpisce duramente il cantone e la Fricktal come sede dell’industria farmaceutica”, ha affermato Dieter Egli, capo del Dipartimento dell’economia e degli interni.

“Per la Svizzera, Paese con un alto livello salariale, è sempre più difficile mantenere i posti di lavoro nell’industria manifatturiera”, aggiunge il socialista, citato in un comunicato. “Per questo motivo anche nel canton Argovia sono necessari ulteriori sforzi nella promozione della regione, al fine di garantire una crescita duratura a lungo termine e per preservare l’impiego”.

La notizia dei tagli dell’organico viene ritenuta “particolarmente preoccupante alla luce dell’attuale situazione del mercato mondiale, in cui l’industria farmaceutica è sotto pressione a causa della discussione sui prezzi”. Ma c’è ancora una speranza per il canton Argovia: l’azienda ha annunciato che investirà altri 26 milioni di dollari (21 milioni di franchi) nella produzione di dispositivi di somministrazione sterili nella sede di Stein. Ciò dimostra, secondo il consiglio di stato, che Novartis è convinta delle qualità della sede.

“Ci aspettiamo che Novartis faccia tutto il possibile per ridurre al minimo i tagli di posti di lavoro e trovare soluzioni socialmente accettabili per le persone colpite”, conclude il 55enne.

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