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Nel cioccolato svizzero si nasconde il lavoro minorile

Le siège de Lindt
La sede di Lindt & Sprüngli a Kilchberg, nel Canton Zurigo. © Keystone / Petra Orosz

La Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF ha rivelato diversi casi di minorenni coinvolti nella produzione di cacao acquistato dalla Lindt & Sprüngli. Pur sottolineando che la lotta al lavoro minorile è una "priorità assoluta", l'azienda svizzera ammette che è difficile intervenire sui fattori che lo influenzano.

Con il suo programma di sostegno speciale, Lindt & Sprüngli dichiara di attuare misure che “riducono il rischio di lavoro minorile, combattono la deforestazione e preservano la biodiversità”. Questa è la promessa fatta dal produttore di cioccolato svizzero sul suo sito web.

Il programma Rundschau della SRF ha voluto sincerarsene, osservando cosa succede nelle piantagioni di cacao intorno alla città di Tepa, in Ghana. La storia che ha scoperto è ben diversa.

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Nella catena di approvvigionamento a cui fa capo l’azienda svizzera lavorano diversi bambini e bambine. Nel villaggio di Mfenibu, Kennedy di sei anni e suo fratello Ebenezer di otto trasportano baccelli di cacao. La loro madre, Lucy, è rassegnata. Spiega di essersi già dovuta indebitare. “Sono costretta a fare affidamento sui miei figli”, si lamenta la produttrice di cacao.

Lindt & Sprüngli ha preferito non commentare davanti alle telecamere, ma ha scritto che i fattori sistemici che portano al lavoro minorile sono molto difficili da influenzare. “La lotta contro il lavoro minorile richiede l’impegno di governi, organizzazioni non governative, aziende, istituzioni locali, scuole e agricoltori”, sottolinea l’azienda.

“Monitoraggio insufficiente

Lindt & Sprüngli si rifornisce di cacao da circa 80’000 agricoltori e agricoltrici in Ghana. L’azienda svizzera è uno dei principali acquirenti di questa materia prima del Paese. Dal 2016, effettua controlli per prevenire il lavoro minorile.

Per farlo, il gruppo con sede a Kilchberg, nel Canton Zurigo, si affida a visite senza preavviso ai coltivatori e alle coltivatrici di cacao. Su 8’491 visite di questo tipo nel 2021, l’azienda svizzera ha scoperto 87 casi di lavoro minorile. Un numero “ridicolmente basso”, afferma il giornalista ghanese Kwetey Nartey. “Il monitoraggio effettuato dall’azienda è inadeguato”, aggiunge.

A titolo di paragone, il gigante svizzero Barry Callebaut, numero uno mondiale dei prodotti a base di cacao, ha registrato 53’839 casi di lavoro minorile tra i circa 250’000 agricoltori dell’Africa occidentale durante l’ultimo anno.

Lindt & Sprüngli si giustifica dicendo che “i metodi utilizzati per identificare il lavoro minorile differiscono tra i produttori di cioccolato”. L’azienda aggiunge che “cerca costantemente di migliorare il proprio sistema di identificazione”.

Programma di prevenzione

Per ridurre il rischio di lavoro minorile, Lindt & Sprüngli ha istituito un proprio programma agricolo per sostenere chi produce cacao. Tuttavia, da una ricerca condotta dai giornalisti di SRF è emerso che l’azienda non ha né una filiale né personale sul posto in Ghana.

L’azienda ha esternalizzato il programma al gruppo svizzero di materie prime Ecom. Ecom è uno dei maggiori commercianti di cacao al mondo e fornitore ufficiale di Lindt & Sprüngli di fave di cacao provenienti dal Ghana.

“Sosteniamo e monitoriamo costantemente l’attuazione di questo programma di coltivazione. Un sistema di garanzia della qualità mira a evitare potenziali conflitti di interesse tra i fornitori”, scrive Lindt & Sprüngli.

Il lavoro minorile è un problema che non riguarda solo Lindt & Sprüngli, ma molte aziende che producono cioccolato e, secondo uno studio dell’Università di Chicago, in Ghana il fenomeno riguarda oltre la metà delle famiglie di coltivatori di cacao. L’industria è quindi regolarmente oggetto di critiche.


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