Nel 2024 la ricchezza mondiale è aumentata, soprattutto in Svizzera
Il Nord America è quello che si è arricchito di più
Keystone-SDA
Nel 2024 la ricchezza globale è cresciuta del 4,6%, dopo un incremento del 4,2% nel 2023, proseguendo così un trend al rialzo costante: è quanto emerge da uno studio periodico di UBS, che conferma al vertice la Svizzera.
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In un anno segnato da dinamiche economiche mutevoli, la velocità di crescita della ricchezza globale non è stata uniforme e si è concentrata soprattutto sul Nord America: dollaro stabile e mercati finanziari solidi hanno contribuito in modo determinante a tale evoluzione, spiegano gli esperti di UBS nella loro ricerca Global Wealth Report, giunta alle 16esima edizione. Concretamente la regione Americhe segna +11%, mentre Asia-Pacifico (APAC) ed Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) sono invece rimaste indietro, con progressioni di rispettivamente il 3% e lo 0,5%.
La Svizzera ha difeso il suo primo posto: la ricchezza media per un adulto (al netto dei debiti) ammonta a 687’200 dollari (equivalenti al cambio odierno a 558’800 franchi). Al secondo posto si issano gli Stati Uniti (620’700), davanti a Hong Kong (601’200), Lussemburgo (566’700) e Australia (516’600). Seguono Danimarca, Singapore, Nuova Zelanda, Paesi Bassi e Norvegia. La Francia è 16esima, la Germania 19esima, l’Italia 23esima.
La graduatoria muta non di poco se si considera non la ricchezza media, bensì quella mediana (cioè il valore che divide la metà superiore da quella inferiore): in tal caso primeggiano Lussemburgo (395’300 dollari), Australia (268’400) e Belgio (253’500), mentre la Svizzera è solo settima, con 182’200 dollari: vista in quest’ottica l’Italia (124’500) – 14esima – appare assai meno lontana.
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Il numero di milionari in dollari è aumentato dell’1,2% nel 2024, con un incremento di oltre 684’000 persone rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti hanno registrato oltre 379’000 nuovi milionari in più, ovvero più di mille al giorno. Usa, Cina e Francia sono i paesi con il maggior numero di ricchi a sei zeri, con gli Stati Uniti che rappresentano quasi il 40% del totale mondiale.
Il rapporto di quest’anno mette anche in evidenza un segmento in espansione ma spesso trascurato: quello dei cosiddetti “EMILLI” (Everyday Millionaires), con attivi investibili per un valore compreso tra 1 e 5 milioni di dollari. Il loro numero è più che quadruplicato dal 2000, raggiungendo circa 52 milioni a livello globale alla fine dello scorso anno. Questo gruppo oggi detiene una ricchezza complessiva di circa 107’000 miliardi di dollari, avvicinandosi ai 119’000 miliardi detenuti da individui con un patrimonio superiore a 5 milioni. La crescita di tale segmento è stata trainata in larga parte dall’aumento dei prezzi immobiliari e dagli effetti valutari. Nonostante le differenze regionali, il trend al rialzo di lungo termine degli Everyday Millionaire è evidente in tutto il mondo.
“Negli ultimi 25 anni si è assistito a una crescita marcata e costante della ricchezza a livello globale, sia complessivamente che nelle principali regioni”, sottolineano gli specialisti di UBS. Dal 2000 la progressione annua è stata del 3,4%. Nel corso di questo decennio la fascia di ricchezza inferiore ai 10’000 dollari ha cessato di essere la più popolata del campione, superata da quella successiva, che può contare su beni tra 10’000 e 100’000 dollari. Per i prossimi cinque anni le proiezioni indicano un incremento continuo della ricchezza media, con un’espansione che sarà trainata da Stati Uniti, Cina, America Latina e Oceania.
“La ricchezza non è solo una misura economica, ma una forza sociale e politica”, evidenzia l’economista di UBS Paul Donovan, citato in un comunicato. “Mentre affrontiamo la quarta rivoluzione industriale e l’aumento del debito pubblico, il modo in cui la ricchezza viene distribuita e trasferita influenzerà le opportunità, le politiche e il progresso. Il rapporto di quest’anno mette in evidenza i cambiamenti evolutivi nella detenzione della ricchezza, in particolare la crescente rilevanza delle donne e l’importanza duratura dei beni immobiliari e dei trend patrimoniali di lungo termine”.
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