La procura federale indaga su potenziali frodi durante le raccolte di firme per le iniziative popolari
Il Ministero pubblico della Confederazione sta indagando su possibili frodi nelle raccolte firme relative alle iniziative popolari.
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Keystone-ATS
Il sospetto è che società commerciali che si occupano di svolgere questo compito abbiano imbrogliato, falsificando delle sottoscrizioni.
La notizia è stata inizialmente riportata oggi dai giornali del gruppo Tamedia. “Sono in corso procedimenti contro diverse persone fisiche e contro ignoti”, ha confermato a Keystone-ATS il Ministero pubblico della Confederazione (MPC).
Perquisizioni domiciliari e interrogatori sono stati effettuati dall’MPC e dall’Ufficio federale di polizia (fedpol). La procura non si è però sbilanciata in merito alle iniziative coinvolte o ai destinatari dei procedimenti. Sembra però che i testi e le società interessate siano più di una.
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Secondo i giornali Tamedia, i promotori dell’Iniziativa servizio civico si sono insospettiti a causa dell’elevato numero di firme non valide e hanno presentato una denuncia penale nel giugno 2023. La società INCOP aveva raccolto le sottoscrizioni in questione in cambio di denaro. In alcuni casi, interi fogli erano stati apparentemente copiati da vecchie iniziative.
Situazione emersa già dal 2019
Vincent Duvoisin, direttore degli affari comunali e dei diritti politici presso l’amministrazione del Canton Vaud, ha dichiarato a Tamedia che già all’inizio del 2019 diversi Comuni avevano contattato il Cantone in relazione a possibili casi di frode. A essi è quindi stato chiesto di segnalare sistematicamente le irregolarità.
Secondo il Canton Vaud, non è emerso un chiaro schema politico. Tra la dozzina di testi con il maggior numero di sottoscrizioni falsificate, ve ne erano alcuni della destra conservatrice, altri incentrati su preoccupazioni ecologiste e altri che non potevano essere chiaramente assegnati a un partito.
Tra le iniziative interessate ci sono quella a favore del nucleare “Stop al blackout”, quelle dell’UDC sulla neutralità e contro una Svizzera da 10 milioni di abitanti, quella sull’allevamento intensivo e quella per vietare l’importazione di prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali.
Denuncia anche dalla Cancelleria
Una denuncia penale contro ignoti sul tema è stata presentata dalla Cancelleria federale, ha confermato quest’ultima a Keystone-ATS. Depositata nel 2022, da allora è stata modificata più volte. “Le segnalazioni di casi sospetti riguardano in varia misura una dozzina di iniziative popolari”, scrive il portavoce Urs Bruderer.
L’attenzione si concentra soprattutto sulle liste di firme provenienti dai Comuni della Romandia, anche se dallo scorso inverno si è registrato un numero crescente di situazioni sospette anche nella Svizzera tedesca. Stando a Bruderer, è fondamentale che ogni caso venga notificato e gli elenchi in questione sono stati “tutti messi a disposizione delle autorità di perseguimento penale”.
Riguardo alle conseguenze specifiche delle presunte falsificazioni, Bruderer non ipotizza al momento lo scenario peggiore: “Non ci sono indicazioni che iniziative popolari o referendum siano riusciti grazie a firme contraffate”. Al contrario, il numero di sottoscrizioni dichiarate non valide dai Comuni suggerisce che i controlli sulla loro validità stanno funzionando.
“Vietare la raccolta commerciale di firme”
Le prime reazioni non si sono fatte attendere. I Verdi vogliono vietare la raccolta commerciale delle firme il più rapidamente possibile, si legge in un post su X del consigliere nazionale ecologista Balthasar Glättli. La “democrazia in vendita” deve avere dei limiti, scrive ancora lo zurighese.
Per la Fondazione per la democrazia diretta, Consiglio federale e Parlamento hanno la responsabilità di “porre immediatamente fine” alla raccolta di firme a fini commerciali. Non si tratta più di casi singoli, motiva l’associazione, che parla di sistema ormai fuori controllo e su cui bisogna intervenire.
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