In Svizzera – dove il servizio di leva è ancora obbligatorio – ci sono troppe richieste per svolgere il servizio civile a discapito del servizio militare. Ora il Governo vuole introdurre delle misure più severe.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Il numero di ammissioni al servizio civile è problematico e va ridotto. Dal 2009 le ammissioni al servizio civile restano elevate in termini di cifre assolute e nel 2022 quelle nuove sono state 6’635. Numeri spinosi per l’esecutivo, in particolare quelli relativi alle domande presentate da militari che hanno già adempiuto la scuola reclute, specialisti e quadri dell’esercito.
La modifica di legge è volta a contrastare le richieste d’ammissione motivate essenzialmente da ragioni diverse dal conflitto di coscienza. Sono previsti requisiti più elevati per le persone che hanno svolto una parte considerevole del servizio militare.
In concreto, sono sei le misure pensate per ridurre sostanzialmente questo totale. Una delle misure è il principio secondo il quale dopo l’adempimento della scuola reclute tutti i civilisti che fanno richiesta devono prestare almeno 150 giorni di servizio. La proporzionalità della durata complessiva del militare e del servizio civile viene mantenuta.
La Federazione svizzera del servizio civile (Civiva) intende combattere, “qualora fosse necessario”, con un referendum la proposta del Consiglio federale di rendere più difficile l’ammissione al servizio civile.
Il servizio civile è un servizio alla società e a beneficiarne non sono solo i suoi giovani membri, ma tutti, ha indicato Civiva in una nota, precisando che l’esercito deve risolvere gli attuali “problemi di attrattiva” al suo interno e non a spese del servizio civile.
Secondo il progetto di legge inviato in consultazione, i militari che hanno già svolto tutti i giorni d’istruzione nell’esercito non vengono accettati nel servizio civile. In questo modo si impedisce che si sottraggano al tiro obbligatorio che sono tenuti a svolgere fino alla fine dell’anno che precede il proscioglimento dall’obbligo militare. È inoltre previsto un obbligo d’impiego annuale a partire dall’anno civile successivo all’ammissione.
Poiché il servizio civile è solo uno dei fattori che si ripercuotono sugli effettivi dell’esercito, non ci si può attendere che le uscite da esso calino in modo lineare con la diminuzione del numero di civilisti, avverte il governo. Si stima che con l’attuazione delle misure, il numero di questi ultimi scenderà a 4’000 all’anno.
Di conseguenza, a lungo termine saranno disponibili meno persone e meno giorni per gli impieghi del servizio civile a favore della società. Ciò è tuttavia giustificato se si considera la necessità di attuare la prescrizione costituzionale secondo la quale non vi è libertà di scelta tra militare e servizio civile sostitutivo, motiva il Consiglio federale.
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