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Uso d’immagini nella caccia ai tifosi violenti

Immagine (stile telecamera di sorveglianza) di una piazza; evidenziata con un cerchio una persona che corre
La polizia di San Gallo, che sta cercando di identificare alcuni tifosi violenti, ne diffonderà le foto. Una prima volta "pixelate", poi -se non si costituiranno- senza filtri [immagine d'archivio] RSI-SWI

La consigliera federale Karin Keller-Sutter, ministra di giustizia e polizia, ha invitato giovedì comuni e cantoni svizzeri a reprimere duramente le violenze commesse a margine delle partite di calcio. Intanto, la polizia di San Gallo ha optato per un metodo che solleva qualche dubbio giuridico: divulgare le immagini dei tifosi violenti che non si costituiscono.

Gli scontri e i tafferugli prima e dopo la partita di mercoledì a Berna tra Young Boys e Stella Rossa di Belgrado, con un poliziotto che ha dovuto sparare colpi di avvertimento per riportare la calma, sono solo l’ultimo di episodi ricorrenti dentro e fuori dagli stadi e dalle piste di hockey.

“Per sconfiggere gli hooligan”, ha detto Keller-Sutter in un’intervista alla Neue Zürcher Zeitung, basta far rispettare le leggi. Gli strumenti sono tutti disponibili: diritto e procedimenti penali, legge sugli esplosivi e concordato in materia di hooligan”. Bisogna solo avere il coraggio di usarli, ha aggiunto.

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Primo piano di un uomo in abito grigio-azzurro che parla davanti a un microfono gesticolando; nessuno sfondo

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Nuovo giro di vite contro i tifosi violenti

Questo contenuto è stato pubblicato al Quasi una partita su due in Svizzera è accompagnata da disordini. La maggior parte degli scontri e dei danni avviene al di fuori degli stadi.

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La consigliera federale ha inoltre puntato il dito contro la collusione di interessi tra club e tifosi. “C’è una stretta relazione tra gli interessi economici, lo sport, la cultura e la politica. Questo rende più difficile agire con forza”. La collega di governo Viola Amherd, responsabile dello sport, ha rilasciato di recente dichiarazioni simili. All’inizio di luglio, si è accordata con i rappresentanti del mondo del calcio per migliorare la cooperazione tra club e autorità.

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A San Gallo -che peraltro è il cantone dove Karin Keller-Sutter è stata per anni a capo del Dipartimento della giustizia e della sicurezza, prima di passare alla politica federale- la polizia ha scelto un metodo usato di rado, per scovare i responsabili delle violenze: pubblicare le immagini per individuare chi non si costituisce. Una prima volta “pixelate”, poi senza filtri. 

Il metodo non piace a FanarbeitCollegamento esterno, associazione che si occupa di mediare tra tifoserie, club e forze dell’ordine, e neppure ad alcuni giuristi.

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“Questa misura viola il diritto di difendersi e il principio della presunzione d’innocenza”, sostiene l’avvocato Viktor Györffy, dell’associazione giuristi democratici di Zurigo. “Si vuole costringere delle persone a rinunciare alla facoltà di non rispondere, di non deporre e di non auto-incriminarsi. Inoltre, una volta pubblicate su internet, le foto non si cancellano così facilmente. Può capitare ad esempio che un apprendista perda il posto di lavoro.”

Secondo la polizia, la pubblicazione -finora prevista solo per fatti più gravi quali omicidi o rapine- si giustifica. “I reati commessi da queste persone, ovvero sommossa, lesioni corporali e il ferimento di 5 poliziotti, sono abbastanza gravi”, osserva il portavoce Florian Schneider.

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