L’Unione contadini insiste, “il lupo è una minaccia”
Keystone / Michael Buholzer
Sbranati numerosi ovini in un alpeggio nella Svizzera Orientale, le organizzazioni degli allevatori chiedono meno restrizioni all'abbattimento dei predatori.
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Keystone-ATS
Malgrado le misure di protezione del bestiame, nelle ultime settimane i lupi hanno ucciso 20 pecore in un alpeggio di Flumserberg (San Gallo).
Il presidente dell’Unione svizzera dei contadini, il sangallese Markus Ritter, ha chiesto una regolazione più efficace dei lupi. In caso contrario, l’agricoltura di montagna è in pericolo.
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Gli agricoltori dei pascoli alpini sono costretti ad assistere impotenti ai danni causati dai lupi, hanno dichiarato oggi le sezioni sangallesi dell’USC e dell’UDC in una conferenza stampa nella località di Flumserberg, vicino a Walenstadt. Hanno chiesto un allentamento delle norme concernenti l’abbattimento dei predatori.
Contadini e democentristi hanno citato l’aggravamento della situazione sull’alpe Halde, sopra Flums. Qui, nelle ultime quattro settimane, i lupi hanno sbranato 20 pecore, aggirando le misure di protezione del gregge e ferendo gravemente anche un cane da guardia.
Tuttavia, stando alla legge in vigore, i lupi dell’alpe Halde non dovrebbero essere abbattuti, poiché è improbabile che si tratti di un singolo esemplare, anche se non è ancora stato dimostrato che appartenga a un branco.
In questo e in altri casi, le possibilità di abbattere i lupi sono fortemente limitate a causa dell’attuale base giuridica. Il presidente dell’USC ha deplorato il fatto che questo costringa gli agricoltori a stare a guardare mentre i lupi causano danni. Secondo Ritter, i contadini si chiedono se l’agricoltura di montagna abbia ancora senso e se possa essere portata avanti in modo serio.
Ritter: misure di protezione inutili
I lupi dovrebbero cacciare gli animali selvatici, ha aggiunto il consigliere nazionale (Centro/SG). Tuttavia, si specializzano nel bestiame, “e questo non è né accettabile né sostenibile per l’agricoltura di montagna svizzera”. Le attuali misure di protezione si rivelano inutili poiché il lupo impara ad aggirarle. L’ordinanza sulla caccia deve essere pertanto modificata.
Alla conferenza stampa odierna era presente anche il direttore del Dipartimento sangallese dell’economia Beat Tinner (PLR). Quest’ultimo ha mostrato comprensione per le emozioni suscitate dalle recenti predazioni effettuate dai lupi. Tuttavia, il consigliere di Stato ha ribadito che per quanto riguarda gli abbattimenti viene applicata la legge federale.
Nel contempo, Tinner ha affermato che deve esserci spazio anche per il lupo. Ha fatto, inoltre, un paragone con le numerose pecore di montagna che muoiono ogni anno a causa di altri eventi, come incidenti o fulmini. Nel solo canton San Gallo, ogni anno muoiono tra le 300 e le 400 pecore, ha precisato all’agenzia Keystone-ATS.
Nel 2024, le autorità cantonali hanno finora registrato un totale di 52 uccisioni di bestiame da parte di lupi. 23 animali risultavano protetti secondo le norme in vigore.
Pastori dovrebbero difendersi con le armi
Dal canto suo, la consigliera agli Stati Esther Friedli (UDC/SG) ha sottolineato come l’alpe Halde sia un esempio della “politica fallimentare relativa al lupo degli ultimi anni”. Ha chiesto che venga facilitato l’abbattimento di interi branchi di lupi dannosi.
Infine, il presidente dell’Associazione degli allevatori di pecore sangallesi, Martin Keller, si è spinto oltre. Ha chiesto che i pastori vengano armati in modo da “potersi difendere” in caso di attacco di un predatore.
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