La Svizzera ha delle lacune da colmare nella lotta al razzismo
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.
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Le lacune nella lotta al razzismo e all’antisemitismo in Svizzera, emerse da un rapporto presentato a Berna, hanno spinto le autorità a elaborare una strategia nazionale per affrontare in modo più coordinato e incisivo queste discriminazioni.
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La lotta al razzismo e all’antisemitismo in Svizzera presenta delle falle. Un rapporto evidenzia, in particolare, la mancanza di misure sufficienti contro il razzismo strutturale nei settori dell’istruzione, della giustizia e della polizia.
Su richiesta del Parlamento, verrà lanciata una strategia nazionale per combattere il razzismo e l’antisemitismo. Un convegno dedicato a questo piano d’azione si è tenuto oggi a Berna alla presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, indica in una nota il Dipartimento federale dell’interno (DFI), e di circa 200 rappresentanti dell’amministrazione pubblica, del mondo politico e scientifico e della società civile.
Per l’occasione, il Servizio per la lotta al razzismo (SLR) ha divulgato un rapporto sulle misure contro queste discriminazioni adottate da Confederazione, cantoni e comuni. La relazione porta a galla fra le altre cose la necessità di un intervento all’interno delle forze dell’ordine. Molti attori del settore ritengono essenziale rafforzare la formazione della polizia in materia di non discriminazione e profilazione razziale.
A livello istituzionale, si riscontrano anche lacune nei servizi di consulenza, ancora poco conosciuti. Inoltre, il razzismo e l’antisemitismo online rappresentano un’ulteriore sfida, dato che la tutela penale e civile in questo ambito è insufficiente.
Assenza di coordinamento
In generale, il documento menziona un’assenza di coordinamento tra i provvedimenti, peraltro giudicati “poco specifici” e dalle risorse finanziarie “limitate”. Le diverse interpretazioni del razzismo complicano ulteriormente lo sviluppo di approcci uniformi.
Infine, mancano ricerche qualitative e quantitative sulle cause, l’estensione e lo sviluppo del razzismo e dell’antisemitismo, soprattutto per quanto riguarda le forme strutturali e istituzionali. Allo stesso modo, vi è una carenza di consapevolezza sull’efficacia delle misure esistenti.
Durante la riunione tenutasi martedì nella capitale, l’SLR ha presentato i lavori svolti sinora e discusso i punti centrali insieme ai partecipanti. L’incontro si è focalizzato sul modo in cui la strategia – la cui adozione è prevista alla fine del 2025 – potrà contribuire ad accrescere l’impatto sul lungo termine della lotta contro le discriminazioni.
“Per la prima volta nella storia del nostro Paese stiamo lavorando all’elaborazione di una strategia nazionale contro il razzismo e l’antisemitismo”, ha detto Baume-Schneider nel suo discorso. La giurassiana ha poi sottolineato che questi due fenomeni non sono astratti, bensì “causano sofferenze concrete” alle persone interessate.
Costante aumento degli episodi di razzismo
Negli ultimi anni, in Svizzera si è registrato un costante aumento degli episodi di razzismo. Nel 2024, i casi documentati sono stati 1211, ossia 335 in più (+40%) rispetto all’anno prima. La maggior parte di essi si è verificata nelle scuole, sul posto di lavoro o nello spazio pubblico.
Secondo gli addetti ai lavori, la polarizzazione dell’opinione pubblica e la situazione geopolitica sono da un lato responsabili del forte incremento. D’altro canto, le vittime cercano aiuto più rapidamente presso i centri di consulenza.
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