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L’inflazione svizzera è ai minimi dal 2021

scaffale con cavoli al supermercato
L'inflazione si è attestata allo 0,4% nel mese di gennaio 2025. Keystone-SDA

L'inflazione si conferma in calo in Svizzera: in gennaio la crescita dei prezzi su base annua si è attestata allo 0,4%, a fronte dello 0,6% di dicembre e dello 0,7% di novembre. Si tratta del valore più basso dall'aprile 2021.

Stando ai dati pubblicati giovedì dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel primo mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo ha totalizzato 106,8 punti. Il rincaro di gennaio è nella fascia alta delle aspettative: gli analisti interpellati dall’agenzia AWP scommettevano infatti su valori compresi fra +0,1% e +0,4%. A livello mensile i prezzi si sono contratti dello 0,1% (i pronostici si muovevano fra -0,4% e -0,1%): anche in dicembre avevano segnato -0,1%.

Secondo gli esperti dell’UST la riduzione dell’indice rispetto al mese precedente è riconducibile a vari fattori, tra cui la diminuzione dei prezzi dell’elettricità e del settore paralberghiero. È diminuito anche il costo dei trasporti aerei, come pure quello di indumenti e calzature, sceso a causa dei saldi stagionali. Sono invece aumentati i prezzi del ramo alberghiero, così come il noleggio di veicoli e i premi per l’assicurazione dei veicoli. Sempre interessante inoltre è l’evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un +0,3% mensile e un -1,1% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente -0,6% e +1,6%), che comprende gli affitti.

Come si ricorderà l’inflazione è scesa decisamente nel 2024, attestandosi all’1,1%, dopo il 2,1% del 2023 e il 2,8% del 2022, che era stato il massimo da 30 anni. L’ultimo valore negativo (-0,7%) era stato registrato nel 2020. L’indicatore elvetico di gennaio è a livelli inferiori di quelli dell’Eurozona (2,5%, in progressione dal 2,4% di dicembre) e degli Stati Uniti (3,0%, dal 2,9%).

Tornando in Svizzera e passando ai dettagli, in gennaio i prezzi dei prodotti indigeni sono saliti dello 0,1% nel confronto con dicembre, mentre quelli dei prodotti importati hanno subito un decremento dello 0,7%. Su base annua i primi segnano +1,0%, i secondi -1,5%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra una variazione rispettivamente di -0,1% (mese) e di +0,9% (anno).

Il confronto con l’UE

L’UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva gennaio presenta un rincaro del -0,1% (mese) e del +0,2% (anno).

Il rincaro stabilito dall’UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi. Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che anche nel 2025 è in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

L’inflazione è monitorata con attenzione dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come una variazione compresa tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita del rincaro l’istituto fra il 2022 e il 2023 aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Nel 2024 l’entità guidata da inizio ottobre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha invece operato in direzione opposta, agendo con quattro tagli successivi, che hanno abbassato il costo del denaro allo 0,50%. Il prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in programma il 20 marzo.

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