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Giovani contro il bando dei casinò esteri online

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Le sezioni giovanili di quattro partiti e alcuni parlamentari hanno lanciato martedì un referendum contro la nuova Legge federale che disciplina i giochi in denaro, la quale prevede tra l’altro il divieto per i casinò online stranieri di offrire giochi in Svizzera. Il testo, sostengono, apre la strada a censure in Internet, favorisce l’isolamento digitale e ha un carattere protezionistico.

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 ottobre 2017 - 21:00
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 10.10.2017)

La nuova LGD era stata adottata a fine settembre dal Parlamento. Con l’intento di proteggere gli scommettitori da offerte illegali, e di favorire i gestori di case da gioco basate in Svizzera, prevede un blocco generalizzatoLink esterno degli accessi a pagine Internet straniere con giochi in denaro. Permette invece ai casinò elvetici di operare online.

Tre comitati per 50 mila firme in 100 giorni

A schierarsi contro la normativaLink esterno sono tre diversi gruppi. Il ‘Comitato contro la censura di internet e il blocco digitale’ composto dalle sezioni giovanili di PLR, UDC e Verdi liberali, un comitato parlamentare interpartitico e quello dei giovani Verdi.

Martedì, in una conferenza stampa comune a Berna, hanno presentato differenti motivazioni per la raccolta firme, e la comune volontà di salvaguardare la libertà in Internet.

Gli oppositori hanno tempo fino al prossimo 18 gennaio per raccogliere le 50 mila firme necessarie perché la nuova Legge sia messa al voto popolare. Se avranno successo, gli svizzeri potrebbero essere chiamati a pronunciarsi già in giugno.

Libertà di fruizione e di mercato

"Le Camere intendono dettare ai cittadini quali siti hanno il diritto di consultare", ha dichiarato la giovane Verde liberale Anaïs Grandjean, copresidente del primo Comitato.

"Non conosco nessuna legge attraverso la quale un settore si prende così tanti privilegi", ha detto il consigliere nazionale liberale-radicale Philippe Nantermod, presidente del comitato interpartitico, evocando future, possibili estensioni: “Bloccheremo l'accesso a Zalando con il pretesto che non paga le imposte in Svizzera? Vieteremo i pagamenti online con Paypal per proteggere le banche svizzere?".

"Ciò che inizia con il gioco online può rapidamente condurre a una censura nel settore della musica o dei film", ha aggiunto dal canto suo Luzian Franzini, presidente dei giovani Verdi.

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Il sostegno dell’economia digitale

L'Associazione economica svizzera della tecnica d'informazione, comunicazione e organizzazione (SwicoLink esterno) appoggia i comitati: "Bloccare alcuni siti indebolirebbe la lotta alla criminalità informatica e incoraggerebbe i cittadini a installare programmi per aggirare il divieto", ha affermato il direttore Jean-Marc Hensch. "Il polo elvetico della ricerca e delle start-up sarebbe minacciato".

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