Liberata in Bielorussa la cittadina elvetica Natallia Hersche
Dopo 17 mesi di carcere, Natallia Hersche, detenuta in Bielorussia per aver preso parte a una manifestazione contro il regime del presidente Alexander Lukashenko, è stata infine liberata. Lo ha annunciato venerdì il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
La donna ha la doppia nazionalità svizzera e bielorussa. Il suo rilascio è stato preceduto da intensi sforzi del Dipartimento federale degli affari esteri e del suo responsabile Ignazio Cassis, durati quasi un anno e mezzo.
Fin dall’arresto nel settembre 2020 e dopo la sua condanna a due anni e mezzo di prigione, le autorità competenti sono state in stretto contatto con Hersche, con la sua famiglia e con le autorità della Bielorussia e hanno lavorato ai possibili modi per garantire il suo rilascio. In totale i rappresentati dell’ambasciata elvetica nella capitale bielorussa hanno visitato Hersche 14 volte.
Il tweet di Ignazio Cassis dopo la liberazione di Natallia Hersche:
(Finalmente! Natallia Hersche è stata rilasciata oggi dopo 17 mesi di carcere in Bielorussia. È stata accolta dal fratello nell’ambasciata svizzera in Bielorussia e ora torna in Svizzera. Sono lieto che gli sforzi diplomatici della Svizzera siano stati ripagati).
Endlich! Natallia Hersche wurde heute nach 17 Monaten Haft in Belarus freigelassen. Sie wurde von ihrem Bruder und @SwissAmbBelarusCollegamento esterno empfangen und kehrt nun in die #SchweizCollegamento esterno zurück. Ich bin froh, dass sich die diplomatischen Bemühungen der Schweiz ausgezahlt haben. 1/2 pic.twitter.com/8ro6ivEYO1Collegamento esterno
— Ignazio Cassis (@ignaziocassis) February 18, 2022Collegamento esterno
In piazza contro rielezione Lukashenko
La 51enne sangallese Natallia Hersche era finita in manette dopo aver partecipato a una manifestazione contro la rielezione del presidente Lukashenko il 19 settembre 2020 a Minsk.
Secondo alcune organizzazioni svizzere per i diritti umani, Hersche è stata condannata a due anni e mezzo di prigione nel dicembre 2020 “dopo un processo iniquo”.
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