In queste settimane il cambio franco/euro sta toccando minimi storici.
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Malgrado i recenti massimi pluriennali raggiunti dal franco, l'euro tornerà a rafforzarsi sulla moneta elvetica, con il corso che si situerà fra 0,95 e 1,00 franchi. Ne è convinto Ulrich Leuchtmann, responsabile analisi divise e materie prime presso Commerzbank, quarta più grande banca tedesca.
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Considerato il crescente pessimismo riguardo alla congiuntura globale è chiaro che il mercato reagisce con reazioni molto forti dei tassi di cambio, argomenta lo specialista in un’intervista pubblicata oggi dal portale Cash. “È però improbabile che queste reazioni durino.”
“Non vedremo probabilmente nel lungo periodo tassi di cambio euro-franco dell’ordine di 92 centesimi o forse anche più bassi: ma se il mercato è così nervoso, è logico che ci siano risposte così forti nel breve termine”.
Come noto il 6 agosto il corso euro/franco è sceso fino a 0,9211, un livello toccato (e superato verso il basso) solo nell’ormai famosa giornata del 15 gennaio 2015, quando la Banca nazionale svizzera (BNS) abolì la soglia minima di 1,20 fino ad allora fissata in modo unilaterale, scatenando una tempesta sui mercati dei cambi.
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I timori di una recessione negli Stati Uniti, il conflitto in Medio Oriente e il crollo delle borse mondiali di lunedì, hanno spinto gli investitori a cercare riparo nei beni rifugio. Fra questi, il franco svizzero che si è fortemente rafforzato sulle principali valute. La sua forza potrebbe però danneggiare l’industria elvetica d’esportazione.
“La congiuntura globale ci ha preoccupato più rapidamente del previsto”, spiega l’analista. “Con il peggioramento del mercato del lavoro negli Stati Uniti crescono anche le preoccupazioni che l’economia del resto del mondo, compresa quella europea, non vada più così bene. E questo naturalmente favorisce l’apprezzamento del franco”.
“In termini di ponderazione commerciale, non c’è alcun segno di debolezza dell’euro, quindi non vediamo esportatori europei esultanti”, prosegue l’esperto. “L’euro è più forte che mai rispetto alla maggior parte dei partner commerciali”, osserva. “In realtà stiamo assistendo a un’estrema forza del franco svizzero e a un dollaro ancora molto forte”.
Non si tornerà a interessi negativi
Importanti saranno i prossimi passi di politica monetaria. “In termini di tempistica, la Federal Reserve dovrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse a breve. Tuttavia le fantasie sui tagli sono state un po’ esagerata negli ultimi giorni: non credo a una recessione negli Stati Uniti e a molti interventi al ribasso del costo del denaro. Stiamo piuttosto assistendo a una normalizzazione, ossia a una riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti e a ulteriori tagli dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea. E questo è semplicemente il vantaggio del franco in questo momento. Con un tasso guida dell’1,25%, la Banca nazionale svizzera può ancora procedere ad abbassarlo ancora una o due volte”.
Si tornerà – chiede il giornalista di Cash – a interessi negativi in Svizzera? “No, la BNS probabilmente non ripeterà questo esperimento”, risponde l’intervistato. Quindi il corso dell’euro nei confronti del franco tornerà a salire? “Sì… beh, mettiamola così: se fossimo effettivamente in condizioni di recessione globale, allora i bassi livelli dell’euro rispetto al franco sarebbero certamente giustificati. Ma se nell’Eurozona si registrerà un andamento economico ragionevolmente moderato – in altre parole, non tassi di crescita fantastici, ma almeno qualcosa che chiaramente non è una recessione o che non ha l’impressione di esserlo dal punto di vista della Bce – allora penso che ci troveremo in un intervallo compreso tra 0,95 franchi e la parità”. La volatilità del cambio euro/franco è inoltre destinata a diminuire, conclude il professionista.
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