Dublino rivuole le ceneri di James Joyce
Alcuni consiglieri comunali di Dublino hanno lanciato una campagna per rimpatriare i resti di James Joyce (1882-1941), la cui tomba a Zurigo è ben lontana dalla capitale irlandese celebrata nelle opere del grande scrittore.
L’autore del romanzo “Ulisse” morì a Zurigo nel 1941, all’età di 58 anni, dopo aver subito un intervento chirurgico per un’ulcera perforata. Alla sua morte, la Repubblica d’Irlanda si oppose al desiderio dello scrittore di essere seppellito in patria.
Stando ad un articolo del 15 ottobre di “The Guardian”, il Municipio di Dublino vuole ora soddisfare la richiesta del grande scrittore irlandese e di sua moglie, Nora Barnacle, che riposa con lui nella stessa tomba. Entrambi avevano espresso in più occasioni la volontà di poter riposare per l’eternità in patria.
Due consiglieri comunali di Dublino, Dermot Lacey e Paddy McCartan – riferisce il quotidiano britannico – hanno presentato una mozione in Municipio che chiede di esaudire “l’ultimo desiderio” di Joyce e Barnacle, con la traslazione dei loro resti mortali nel cimitero storico dublinese.
Se il piano dovesse andare a buon fine, il trasferimento potrebbe coincidere con il centenario della pubblicazione di “Ulisse”, nel 2022. Il romanzo, riconosciuto come uno dei capolavori del modernismo letterario, fu bandito per lungo tempo in Irlanda perché considerato contrario ai principi della morale cattolica.
Quando Joyce morì – ricorda “The Guardian” – il segretario per gli affari esteri dell’Irlanda inoltrò una richiesta alla sede diplomatica in Svizzera: “Per favore, trasmettete i dettagli sulla morte di Joyce. Se possibile, scoprite se è morto da cattolico”. In seguito Barnacle chiese che i resti del marito fossero rimpatriati, ma il ministro degli affari esteri rifiutò.
Il consigliere comunale Paddy McCartan ha sostenuto che è “opportuno rivisitare l’idea del rimpatrio delle ceneri in vista dell’anniversario della pubblicazione dell”Ulisse'” e ha fatto appello ai ministeri irlandesi della cultura e degli esteri perché impegnino il governo in tal senso.
“Sicuramente ci saranno persone a cui questa idea non piacerà. L’esilio è stato un elemento chiave nella scrittura di Joyce ma non credo che debba essere perseguito per l’eternità. Non penso, infatti, che questa idea facesse parte di un piano di Joyce”, ha spiegato McCartan.
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