Rifugiata abortisce, condannata guardia di confine
La guardia di confine svizzera processata in relazione all'aborto di una donna siriana durante un rinvio in Italia nel 2014 è stata giudicata colpevole di lesioni colpose, tentata interruzione di gravidanza e ripetuta inosservanza di prescrizioni di servizio. Il Tribunale militare 4, a Berna, gli ha inflitto una pena di 7 mesi di carcere con la condizionale e una pena pecuniaria, pure sospesa.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 07.12.2017)
Contenuto esterno
La difesa chiedeva l’assoluzione, mentre la procura, adducendo che l’imputato “non aveva dato prova di alcun senso di umanità”, aveva chiesto una pena di 7 anni di carcere per omicidio.
La donna, allora 22enne e al settimo mese di gravidanza, faceva parte di un gruppo di 36 profughi che il 4 luglio di tre anni fa erano partiti con un treno notturno da Milano diretto a Parigi.
Al confine franco-elvetico di Vallorbe, nel cantone di Vaud, la giovane venne respinta assieme agli altri dalle autorità francesi e affidata a quelle svizzere per il rinvio in Italia, lo Stato dello Spazio Dublino dove i migranti avevano inoltrato la prima richiesta d’asilo. L’uomo era responsabile del gruppo di guardie di confine che doveva accompagnare il gruppo in Italia.
Dopo l’arrivo a Domodossola la donna diede alla luce una bambina senza vita. Nel frattempo ha ottenuto asilo politico in Italia, assieme al marito e ai tre figli.
I rifugiati erano stati dapprima portati da Vallorbe a Briga, nel canton Vallese in bus, dove arrivarono poco prima delle 14:30. Da lì avrebbero dovuto proseguire in treno fino a Domodossola. A causa della forte affluenza di passeggeri, legata all’inizio delle vacanze, l’imputato decise di rimandare il viaggio alle 17.00.
I rifugiati vennero temporaneamente ospitati nei locali di controllo delle guardie di confine di Briga. Poco dopo il suo arrivo in Vallese la donna iniziò ad avere dolori e sanguinamenti, che descrisse come doglie.
Il marito informò immediatamente le guardie di confine e chiese ripetutamente e in modo insistente di chiamare con urgenza assistenza medica. A Domodossola la siriana ebbe un collasso. Le guardie di frontiera italiane chiamarono subito un soccorso. All’ospedale locale i medici poterono solo constatare la morte della nascitura.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Rifugiata abortisce, guardia di confine a processo
Questo contenuto è stato pubblicato al
La donna, allora 22enne e al settimo mese di gravidanza, faceva parte di un gruppo di 36 migranti che il 4 luglio di tre anni fa erano partiti con un treno notturno da Milano diretto a Parigi. Al confine franco-elvetico di Vallorbe la giovane venne respinta assieme agli altri dalle autorità francesi e affidata a quelle…
Questo contenuto è stato pubblicato al
La proposta della consigliera federale, evocata in un’intervista pubblicata domenica dalla NZZ am Sonntag, interviene a qualche giorno dalla terza riunione del Gruppo di contatto del Mediterraneo centrale, in programma il 13 novembre a Berna. “In quanto organizzatrice dell’evento, la Confederazione fissa l’obiettivo del vertice: la protezione dei migranti”, sottolinea la ministra di giustizia e…
“La Svizzera applichi meno rigidamente il regolamento di Dublino”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le ONG -tra le quali Amnesty InternationalCollegamento esterno, Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiatiCollegamento esterno, Solidarité sans frontièresCollegamento esterno– hanno anche inviato una lettera alla responsabile del dipartimento federale di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga e agli esecutivi di tutti i Cantoni per chiedere loro un incontro per discutere le rivendicazioni dell’appello lanciato in aprile e già…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il dibattito sull’immigrazione in Italia è quantomai acceso. Dalle polemiche di quest’estate, sull’operato delle Ong nel Mediterraneo, ai discussi accordi del ministro dell’Interno Minniti con presunte milizie libiche per il blocco delle rotte via mare. I disordini scoppiati a Roma a fine agosto, per lo sgombero del palazzo occupato dai rifugiati politici africani, in via…
Agenti rinviati a giudizio per aver malmenato un arrestato
Questo contenuto è stato pubblicato al
In un primo momento il procuratore generale John Noseda aveva archiviato il caso ma in seguito al ricorso della vittima il Ministero pubblico cantonale, che ha disposto ulteriori approfondimenti, ha rinviato a giudizio i due agenti per lesioni semplici e abuso di autorità. va sottolineato in proposito che uno dei due rappresentanti dello Stato risulta…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.