Le ipoteche mettono le persone pensionate a rischio
Essere proprietari non è sempre un vantaggio...
Keystone / Gaetan Bally
Chi va in pensione rischia di non poter sostenere i costi di un'ipoteca stipulata mentre era ancora in attività.
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Keystone-ATS
Anche l’ipoteca è un fattore di rischio quando si va pensione: l’85% dei proprietari di case tra i 50 e i 65 anni ha un “problema sostanziale” di sostenibilità a lungo termine del proprio mutuo quando smetterà l’attività professionale, secondo un’analisi di MoneyPark.
La società attiva nella consulenza e intermediazione nel ramo immobiliare ha passato al setaccio 3’000 casi di finanziamento della proprio abitazione nella fascia di età indicata. Secondo la prassi delle banche un’ipoteca è considerata sostenibile quando i costi abitativi complessivi non ammontano a più di un terzo del reddito lordo. Per il calcolo di tali oneri si utilizza un tasso di interesse fittizio del 5%, oltre all’1% del valore dell’immobile come costi accessori e a eventuali rate di ammortamento.
Mentre questi costi rappresentano una quota media del 27% del reddito familiare per le persone tra i 50 e i 65 anni, la quota sale in media al 50% al momento del pensionamento, a causa della riduzione degli introiti. Di conseguenza, l’importo del mutuo deve essere ridotto in vista del pensionamento, per raggiungere una sostenibilità standard del 33%.
Solo il 15% non corre rischi
“Solo il 15% può dormire sonni tranquilli”, afferma Lukas Vogt, Ceo di MoneyPark, citato in un comunicato. Si tratta di coloro che possono contare sulla necessaria sostenibilità anche dopo il pensionamento, senza ulteriori ammortamenti. “Tutti gli altri devono apportare dei miglioramenti”.
Secondo l’analisi la situazione è particolarmente drammatica in Romandia, dove solo il 26% dispone attualmente di un patrimonio sufficiente a coprire gli ammortamenti aggiuntivi. La quota è del 38% nella Svizzera tedesca e del 33% a livello nazionale; la Svizzera italiana non è stata analizzata a sé stante. “Molti proprietari della generazione dei baby boomer potrebbero essere costretti a cedere la propria casa nei prossimi anni, diventando così inaspettatamente i salvatori della generazione Y, che alla fine potrà realizzare il sogno della casa”, commenta Vogt.
Quanto più breve è il tempo che manca al pensionamento, tanto più difficile diventerà evitare la vendita dell’alloggio: l’urgenza della questione si riflette nel fatto che mancano in media 290’000 franchi, secondo i calcoli di MoneyPark. Di conseguenza un proprietario di 50 anni dovrebbe ammortizzare circa 19’000 franchi all’anno fino alla normale età pensionabile di 65 anni, mentre un 60enne è tenuto a mettere sul tavolo 58’000 franchi, cosa che potrebbe spingere molte persone al limite finanziario.
“Questo esempio dimostra quanto sia importante occuparsi tempestivamente della sostenibilità finanziaria a lungo termine”, afferma Simon Weiner, dirigente di Helvetia, assicuratore che controlla MoneyPark. “I proprietari che affrontano troppo tardi la loro situazione finanziaria dopo il pensionamento spesso non hanno altra scelta che vendere la loro amata proprietà”, conclude l’esperto.
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