L’agricoltura biologica in Svizzera non progredisce più
Dopo anni di boom, il bio rallenta nella Confederazione.
Keystone-SDA
Per la prima volta dal 2010 l'agricoltura biologica in Svizzera ha segnato una stagnazione lo scorso anno. Il numero di aziende bio e la superficie coltivata sono rimasti stabili rispetto al 2023, stando ai dati dell'UST.
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La superficie coltivata in modo biologico corrisponde a 190’950 ettari, poco meno di un quinto (18,4%) del totale, stando al rapporto annuale pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST). Le superfici bio di barbabietola da zucchero (+37%), semi oleosi (+17%), soia (+15%) e mais (+14%) hanno segnato l’aumento maggiore, mentre quelle coltivate ad avena (–14%) e farro (–21%) sono diminuite.
Il numero di aziende biologiche (7889) è rimasto costante rispetto al 2023. L’evoluzione varia però da cantone a cantone: a Berna e Friburgo il numero è rimasto invariato, mentre è diminuito in particolare in Vallese (-3,7%) e di San Gallo (-2,2%). Viceversa, i cantoni di Ginevra (+6,8%), Zurigo (+3,9%) e Neuchâtel (+4,0%) hanno registrato gli aumenti maggiori, sottolinea l’UST.
Meno aziende ma più grandi
Il numero globale di aziende agricole è diminuito anche lo scorso anno, ma la superficie media è in crescita. Nel 2024 sono state censite 47’075 aziende, in calo dell’1,3% su un anno. In media ognuna aveva una superficie di 22,1 ettari, ovvero 0,3 ettari in più rispetto all’anno prima. In un anno il numero di aziende con meno di 30 ettari è diminuito (-2,1%), mentre quelle più grandi sono cresciute dello 0,9%.
I lavoratori in totale erano 147’900 e la percentuale di donne a capo di aziende agricole ha continuato a progredire lentamente passando dal 5,2% di 11 anni fa al 7,7% registrato nel 2024.
Superficie cerealicola in calo
Nel 2024 la superficie agricola utile (SAU) svizzera copriva 1’041’000 ettari. Comprendeva principalmente prati-pascoli naturali (58%) e campi (38%). La parte restante era costituita da vigneti e frutteti.
La superficie coltivata a cereali (136’400 ha) ha continuato a diminuire (-3,5%). Si sono ridotte le colture di orzo (-5,8%), avena (-25,6%) e farro (-18,5%), mentre quelle di barbabietola da zucchero (16 800 ha; +4,0%) hanno confermato la progressione iniziata nel 2023, dopo un calo per due anni consecutivi.
Sono cresciute le superfici coltivate a girasoli (7200 ha, +14,2%), soia (3270 ha; +6,2%) e ortaggi in pieno campo (12’800 ha (+4,2%), mentre quella destinata alle patate è rimasta invariata (10’700 ha).
Scende ancora l’allevamento di suini
Dopo aver raggiunto il picco nel 2022, l’effettivo di suini è sceso nuovamente nel 2024, arrivando a 1’275’000 capi (-3,7% rispetto al 2023). L’effettivo di bovini è rimasto nel complesso praticamente invariato (1’533’500 capi; +0,3%), ma sono diminuite ancora le vacche da latte (527’400 capi, -0,9%), mentre l’interesse per le altre vacche, soprattutto nutrici, ha continuato a crescere (147’000 capi; +4,8%).
Anche il numero di capi nel settore avicolo è rimasto stabile (13,2 milioni), ma è calato quello delle galline ovaiole (3,8 milioni; -1,7%) a profitto dei polli da ingrasso (8,2 milioni;+0,9%).
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