L’accordo con l’UE deve essere sottoposto a referendum obbligatorio
Benché i negoziati con l'Ue non siano ancora conclusi, e un eventuale voto popolare ancora lontano, a livello politico si stanno già scaldando i motori su un aspetto che ha una portata politica non indifferente. Lo dimostra il recente lancio di una campagna UDC affinché un'eventuale intesa con Bruxelles venga sottoposta a referendum obbligatorio, un obiettivo che tra l'altro piace ad esponenti di altri partiti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
5 minuti
Keystone-ATS
Ciò implica la maggioranza del popolo e dei Cantoni, un ostacolo in più per chi propugna un maggior coinvolgimento della Svizzera nelle faccende europee.
Nell’inserto pubblicitario diffuso poco prima della festa nazionale del primo di agosto, si legge nell’edizione online del “Tages- Anzeiger” di oggi, i sette consiglieri agli Stati democentristi chiedono il referendum obbligatorio in difesa “della nostra libertà e della nostra democrazia diretta”. Non manca nemmeno, come consuetudine, un riferimento storico: i tre rappresentanti dei Cantoni primitivi che giurano sul praticello del Rütli in difesa delle loro libertà.
La richiesta della doppia maggioranza non sorprende: il 30 di gennaio scorso, quando le competenti commissioni parlamentari si erano pronunciate a favore dell’avvio di negoziati, l’UDC aveva parlato di “capitolazione vergognosa” e chiesto il voto obbligatorio a doppia maggioranza. L’obiettivo politico è chiaro, stando al quotidiano di Zurigo, dal momento che i piccoli cantoni della Svizzera tedesca, storicamente più guardinghi nei riguardi dell’Europa, potrebbero far naufragare un futuro accordo.
Ad infastidire i “senatori” democentristi è una perizia dell’Ufficio federale di giustizia (UFG) pubblicata nella primavera scorsa, secondo la quale sarebbe sufficiente la maggioranza del popolo. Il “pacchetto di accordi” con Bruxelles non implicherebbe la doppia maggioranza di popolo e cantoni, ossia il referendum obbligatorio.
UDC, ma non solo…
Una conclusione che ha lasciato di stucco il consigliere agli Stati sciaffusano UDC, Hannes Germann, secondo cui la perizia sembra essere stata ordinata da coloro che vogliono a tutti i costi un’intesa con l’Ue. Per Germann, invece, l’intromissione dell’Ue nel sistema elvetico, vedi la ripresa automatica del diritto comunitario, richiede senz’altro la doppia maggioranza, specie alla luce delle conseguenze sui Cantoni.
Un ragionamento quest’ultimo che non lascia indifferenti i “senatori” di altri partiti. Citato dal foglio svizzero tedesco, il presidente del PLR, Thierry Burkart (AG), sostiene che la perizia giuridica non l’ha convinto. La questione, a suoi avviso, andrebbe rivista facendo astrazione dai servizi del consigliere federale Beat Jans (PS, cui l’Ufficio federale di giustizia è sottoposto, n.d.r). A parere del “senatore” argoviese, escludere i cantoni sarebbe un segnale politico di debolezza.
Una questione politica
Anche la collega di partito, la “senatrice” svittese Petra Gössi, secondo cui più che una questine giuridica si tratta di un problema politico, la doppia maggioranza è sensata.
Tra i favorevoli a questa soluzione sentiti dal “Tagi” figura anche una personalità importante della Camera dei Cantoni, ossia il solettese dell’Alleanza del Centro, Pirmin Bischof. A suo parere, il parlamento dovrebbe sottoporre un futuro accordo al referendum obbligatorio, tenuto conto della profonda ingerenza delle regole comunitarie al sistema giuridico svizzero.
Non tutti gli esponenti del Centro la pensano però come il Solettese. La consigliera agli Stati argoviese, Marianne Binder, giudica convincente la perizia giuridica dell’UFG. La Costituzione non lascia a suo avviso alcun margine di manovra. In questo caso decide “la maggioranza semplice delle cittadine e dei cittadini”.
Più sfumata la posizione del “senatore” Andrea Caroni (PLR/AR), che afferma di non avere nulla il contrario alla doppia maggioranza del punto di vista politico. Giuridicamente, però, la Costituzione federale definisce i diritti popolari, non concedendo al parlamento il potere di stabilire referendum a suo piacere.
Che cose dice la Legge
La Costituzione federale regola i diritti popolari agli articoli 140 e 141. Il referendum obbligatorio è previsto per le modifiche della Costituzione e l’adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sopranazionali. Il referendum facoltativo per i trattati internazionali di durata indeterminata e indenunciabili, che prevedono l’adesione a un’organizzazione internazionale oppure che comprendono disposizioni importanti che contengono norme di diritto o per l’attuazione dei quali è necessaria l’emanazione di leggi federali.
I prestatori di servizi pubblici svizzeri riducono le emissioni del 7%
Questo contenuto è stato pubblicato al
I prestatori di servizi di pubblica rilevanza che hanno aderito all'iniziativa della Confederazione Energia e clima esemplari (ECE) hanno ridotto le loro emissioni di gas a effetto serra del 7% nel 2023.
Giro di vite nei centri federali di asilo per migliorarne la sicurezza
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per far fronte ai problemi di sicurezza e violenza emersi in un recente passato, la sicurezza del personale e degli ospiti dei Centri federali di asilo (CFA) va migliorata.
Secondo uno studio, i bambini che contano con le dita sono più bravi in matematica
Questo contenuto è stato pubblicato al
Contare con le dita rende i bambini dell'asilo più bravi in matematica: lo rileva uno studio dell'Università di Losanna, secondo il quale fanciulli di cinque-sei anni hanno migliorato notevolmente le loro capacità di fare addizioni quando si sono aiutati con le dita.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Si aggrava il bilancio avvenuto martedì tra Beirut e Damasco che ha preso di mira i combattenti del movimento islamista Hezbollah. Le autorità parlano di 12 persone decedute e circa 4'000 feriti,
Cellulari spiati, condannato negli USA anche un ticinese
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha condannato diverse persone legate alle attività dell'Alleanza Intellexa, che ha sviluppato tecnologie spyware usate in numerosi Paesi.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nell'ambito di misure di riduzione dei costi, la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI taglia 15 posti di lavoro a tempo pieno, 10 dei quali potranno essere assorbiti grazie alle fluttuazioni naturali e a pensionamenti anticipati con piano sociale.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il commissario Maros Sefcovic resterà responsabile delle relazioni tra la Svizzera e la Commissione europea. Lo indica la lettera di missione della presidente della Commissione Ursula von der Leyen pubblicata oggi.
Per il Consiglio degli Stati la Svizzera non deve aderire al Patto dell’ONU sulla migrazione
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera non deve aderire al Patto globale ONU sulla migrazione ma limitarsi a "prendere atto" dei suoi principi guida e dei suoi obiettivi. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati adottando il relativo decreto federale con 26 voti contro 7 e 11 astenuti.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Accordo UE sui migranti accolto positivamente dalla Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
La riforma della politica migratoria dell'UE è stata accolta favorevolmente dalla Svizzera, che dovrà applicare alcuni punti di questo patto in quanto associata a Schengen.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli ambasciatori dei 27 Paesi Ue hanno trovato un accordo sul quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. Lo ha reso noto la presidenza di turno belga dell'Ue.
Bilaterali, iniziativa antieuropeista in vista nella Confederazione
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una nuova iniziativa dai connotati chiaramente antieuropei si staglia all’orizzonte. Sulla scia del clamoroso esito della votazione federale contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio l’Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) ha deciso di lanciare una proposta, su cui sarà interpellato il popolo, per disdire gli accordi bilaterali con l’Unione europea. Al loro…
Beat Jans: “Più sovranità per la Svizzera con nuovi accordi bilaterali con l’UE”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo il consigliere federale Beat Jans la sovranità e la capacità d'azione della Svizzera saranno rafforzate da eventuali nuovi accordi bilaterali con l'UE.
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.