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La variegata situazione finanziaria dei Cantoni svizzeri per il 2026

BAndiere dei cantoni svizzeri appesi su palazzo federale.
(C) Keystone / Urs Flueeler

Con la pubblicazione del preventivo da parte di Appenzello Esterno, tutti i Cantoni svizzeri hanno ora presentato i loro budget per il 2026. Il quadro che emerge è variegato, ma con una tendenza prevalente: la maggior parte dei Cantoni prevede conti in rosso.

Appenzello Esterno chiude la lista con un disavanzo di 13,2 milioni di franchi, nonostante misure di risparmio per 6,2 milioni. Il Governo propone un aumento delle imposte, ma la decisione finale spetterà al Gran Consiglio in dicembre.

Friburgo, invece, inizierà il 2026 senza un preventivo approvato, a causa di un referendum contro la legge sul risanamento delle finanze (LAFE). Il progetto di bilancio, ora sospeso, prevedeva un’eccedenza di 0,3 milioni su 4,47 miliardi di spese. In assenza di un budget, il Cantone potrà effettuare solo spese essenziali.

Risultati molto diversi fra loro

Già prima di questi ultimi risultati era chiaro che i Cantoni presentano situazioni molto diverse fra loro. La maggioranza ha comunque i conti in rosso.

Zugo è la realtà che prevede l’eccedenza più grande per il 2026, pari a 370 milioni di franchi. Segue poi Berna con 365 milioni. Sul fondo della classifica la Romandia fa invece segnare i conti più in negativi, con Ginevra che pronostica un deficit di 410 milioni e Vaud di 331 milioni.

In Ticino, come noto, il preventivo parla di un disavanzo di 97,4 milioni di franchi. I Grigioni pronosticano dal canto loro un deficit di 111,3 milioni di franchi. Secondo il Governo fra i motivi del disavanzo vi è la forte crescita di uscite nei settori sanitario, sociale e formativo. Gli investimenti superano per la prima volta i 370 milioni di franchi.

“I Cantoni sono confrontati con realtà e condizioni differenti. Le variabili in materia di struttura economica e demografica hanno un’incidenza sulle loro finanze”, ha detto a Keystone-ATS il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze Ernst Stocker.

Misure di risparmio

A Ginevra, per contenere l’aumento delle spese, l’esecutivo propone misure di risparmio per 177,7 milioni. Anche nel canton Vaud si cerca di risparmiare e la mannaia potrebbe abbattersi su socialità e sanità, sulle alte scuole e sul personale.

A Zurigo, dove è previsto un deficit di 139 milioni di franchi, è stato annunciato il rinvio di alcuni investimenti giudicati non prioritari. Il preventivo a questa voce ammonta comunque a 1,4 miliardi e per l’intero periodo di pianificazione, fino al 2029, sono previsti investimenti pari a 5,7 miliardi.

In generale, per spiegare le situazioni di deficit, Stocker sottolinea il peso di educazione, socialità e sanità. Ambiti in cui, in diversi luoghi, le uscite sono cresciute più rapidamente delle entrate.

Meno imposte

Sul lato delle realtà positive, Berna cerca di ridurre il suo indebitamento di oltre 200 milioni di franchi in quattro anni, nonostante gli elevati bisogni di investimento. Berna, come anche Lucerna, intende poi far approfittare i contribuenti dei risultati positivi, attraverso alleggerimenti fiscali.

“Ogni Cantone è libero di definire i propri parametri fiscali. Negli ultimi anni, le entrate hanno visto un’evoluzione positiva in numerose realtà e questo gioca naturalmente un ruolo importante”, ha sottolineato Stocker.

Nel caso di conti solo relativamente positivi – come ad esempio a Neuchâtel (14,6 milioni) e Vallese (0,1 milioni) – i Cantoni possono utilizzare le loro riserve. Quanto accumulato nei periodi positivi viene in questo modo usato per affrontare fasi di rallentamento congiunturale.

Realtà come Basilea Città, nonostante un’eccedenza prevista di soli 3,5 milioni di franchi, non rinunciano a un livello elevato di investimenti. Il Cantone prevede infatti di spendere 545,6 milioni di franchi, ossia 42,7 milioni in più rispetto al 2025. Con questi fondi verranno finanziati, tra le altre cose, l’acquisto di autobus elettrici e tram, nonché la costruzione del nuovo Museo di Storia Naturale e dell’Archivio di Stato.

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