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La terza dose di vaccino non è per ora necessaria

La terza dose per ora sembra possa attendere. Keystone / Laurent Gillieron

Nessuno dei dati sui vaccini anti Covid per ora fornisce prove credibili a sostegno di una terza dose per la popolazione generale: lo sostiene uno studio pubblicato su Lancet da un gruppo internazionale di scienziati, tra cui due esperti della Food and Drug Administration.

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 settembre 2021 - 13:46
tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS

Nello studio gli esperti affermano che qualunque sia il vantaggio della terza dose non supererà il beneficio di usare quelle dosi per proteggere i miliardi di persone che restano non vaccinate nel mondo. I 'booster', precisano, potrebbero essere utili per qualche persona con sistema immunitario debole ma non ancora necessari per l'intera popolazione. 

Anche l'OMS è dello stesso avviso e ha già fatto sapere che una terza dose a tutta la popolazione non si giustifica. Sulla falsa riga della posizione degli scienziati, anche secondo l’Organizzazione mondiale della sanità prima va protetta la popolazione fragile non vaccinata anche in paesi dove la campagna vaccinale va a rilento.

Nonostante ciò, oggi nel Regno Unito i consulenti medico-scientifici del governo di Boris Johnson hanno dato il via libera alla somministrazione nei prossimi mesi di una terza dose di vaccino anti-Covid per tutti gli over 50 del Regno Unito.

Anche in Italia, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato che dal 20 o 21 settembre la Lombardia sarà pronta ad iniziare la terza fase, rispettando le indicazioni di Roma che invita a somministrare la terza dose prima ai fragili e ai pluripatologici. "Se poi sarà necessario estenderlo a tutta la popolazione, ha aggiunto Fontana, siamo pronti".

Altro caso Israele dove continua a crescere la quota di Israeliani che anno ricevuto la terza dose: ad oggi sono oltre 2'800'000. Nei giorni scorsi Sharon Alroy-Preis, direttrice dei servizi di salute pubblica nel ministero della sanità, ha detto che una larga maggioranza dei nuovi casi gravi si riferiscono a "persone non vaccinate".

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