Losanna sarebbe preferita come capitale di un eventuale super-cantone.
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Le cittadine e i cittadini elvetici sono contrari alla fusione di tutti i cantoni della Svizzera francese per formare un'unica grande regione, secondo un sondaggio MIS Trend pubblicato nell'edizione di giovedì del quotidiano Le Temps.
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Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Le Temps, il 47% delle svizzere e degli svizzeri rifiuta la proposta di un super-cantone che riunisca tutti quelli presenti nella Svizzera francese, contro il 36% di favorevoli e il 17% che non ha un’opinione.
Nel 2009, il tasso di rifiuto era del 60%, con il 39% di favorevoli. Nel dettaglio del sondaggio 2024, il 20% delle persone interpellate non era affatto d’accordo con l’idea di un’unica regione francofona, il 27% non era molto d’accordo, il 28% un po’ d’accordo e l’8% completamente d’accordo.
Gli uomini (53%, di cui 24% in forte disaccordo e 29% non molto d’accordo) sono più propensi a rifiutare tale proposta rispetto alle donne (42%, di cui 17% in forte disaccordo e 25% non molto d’accordo). Anche la percentuale di risposte negative è più alta tra le donne (21%) che tra gli uomini (13%).
In caso di fusione dei cantoni francofoni, Losanna sarebbe preferita dal 41% degli intervistati per diventare la capitale, davanti a Ginevra (30%). Neuchâtel è lontanamente seconda con il 12% di consensi, seguita da Friburgo con l’8%.
Il sondaggio è stato condotto tra il 10 e il 16 settembre tra 590 rappresentanti della popolazione romanda, 620 di quella germanofona e 206 di quella italofona di età superiore ai 18 anni. Il margine di errore è di più o meno 2,6%.
I 26 non si toccano
A scadenze regolari, in Svizzera si torna a parlare di ritracciare i confini interni, creando cantoni più grandi. E altrettanto regolarmente questi progetti restano lettera morta o nel migliore dei casi naufragano in votazione popolare. Gli svizzeri sono infatti molto attaccati a queste vecchie frontiere. Nel bene o nel male. Avevamo già affrontato questo argomento diverso tempo fa, potete cliccare qui per saperne di più.
Vi riproponiamo una gallery che illustra le proposte fatte nel corso della storia elvetica di riunificazione e/o separazione delle varie regioni del Paese.
Dopo l’invasione francese del 1798, il generale Guillaume Brune, che conduce la campagna militare contro la Confederazione, è incaricato di smembrare il territorio della Confederazione. Il suo progetto, che prevede l’istituzione di tre repubbliche, viene subito abbandonato.
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Il crollo dell’antica Confederazione in seguito all’invasione francese del 1798 si accompagna comunque da un rimaneggiamento territoriale. Per breve tempo, dal 1798 al 1803, la Svizzera diventa uno Stato unitario. Per indebolire quelle regioni ostili alla Repubblica Elvetica – e di riflesso alla Francia – alcuni cantoni vengono raggruppati in entità più grandi. Ad esempio, Uri, Svitto, Obvaldo, Nidvaldo e Zugo formano il canton Waldstätten. L’esperimento avrà però vita breve. Nel 1801 sono ripristinati i vecchi cantoni.
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L’assetto territoriale della Svizzera che esce dal Congresso di Vienna nel 1815 rimane praticamente invariato per oltre un secolo e mezzo.
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Nel 1978 la popolazione svizzera accetta la creazione del canton Giura, che diventa così – dall’anno successivo – il 26esimo cantone della Svizzera. Si tratta del più importante cambiamento della geografia istituzionale svizzera negli ultimi due secoli.
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A scadenze regolari, l’assetto geografico-istituzionale della Svizzera è rimesso in questione. Nel 2010, nel libro “La Svizzera di domani”, l’ex responsabile dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale Pierre-Alain Rumley propone di ridurre i cantoni da 26 a 9.
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Una Svizzera composta di sette regioni, un’illusione? In realtà questa suddivisione è già utilizzata dall’Ufficio federale di statistica. I cantoni svizzeri sono infatti troppo piccoli per poter effettuare paragoni a livello regionale e internazionale.
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