La Svizzera ha per la prima volta una strategia marittima
Il Lausanne è una delle poche navi cargo rimaste che batte bandiera svizzera.
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Pur non avendo sbocchi sul mare, la Confederazione ha numerosi interessi nel settore marittimo. Per salvaguardarli, il Governo ha varato per la prima volta una strategia globale in questo ambito.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Il documentoCollegamento esterno approvato venerdì 2 giugno dal Governo deve in particolare permettere di “rafforzare la coerenza della politica federale sulle questioni marittime”.
Anche se la Svizzera è composta da terraferma e acqua dolce, “i mari e gli oceani rivestono una grande importanza per il nostro Paese, sia in termini economici e scientifici sia a livello ambientale”, rileva il Consiglio federale in una notaCollegamento esterno.
Circa il 90% degli scambi intercontinentali di merci avviene attraverso queste acque. Nella Confederazione hanno sede grandi società operanti nel campo del trasporto marittimo e della logistica, che gestiscono complessivamente circa 900 navi: si tratta di una delle più importanti flotte mercantili del mondo. Inoltre, la Svizzera ha una flotta che batte bandiera elvetica. Oggi sono però rimaste solo 14 navi.
La strategia del Governo fissa cinque priorità con obiettivi e misure concrete. Sarà in vigore per il periodo 2023-2027, in seguito sarà rivalutata.
Fra gli ambiti prioritari c’è il diritto internazionale in campo marittimo, per cui la Svizzera, attraverso il suo ruolo in vari organismi, intende impegnarsi. Si vogliono poi mantenere buone condizioni quadro nell’economia marittima.
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La strategia si concentra anche sull’ambiente, con un occhio di riguardo per salvaguardia della biodiversità marina, lotta all’inquinamento da plastica e protezione del clima. La Confederazione vuole inoltre promuovere le conoscenze nel campo della ricerca marittima e favorire la partecipazione della comunità scientifica elvetica a progetti o spedizioni internazionali.
Infine, l’esecutivo fa notare come siano poche le imbarcazioni commerciali di proprietà svizzera che navigano ancora sotto bandiera rossocrociata e che la legislazione sull’argomento non è più adeguata. Vanno dunque semplificati i requisiti di registrazione per le navi commerciali e occorre introdurre un sistema flessibile e proporzionato di sanzioni e controlli, scrive il Consiglio federale, precisando che chi batte bandiera svizzera deve soddisfare elevati standard di sicurezza e sostenibili
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