La Svizzera è troppo passiva in politica estera, afferma il cancelliere federale
Il cancelliere della Confederazione Walter Thurnherr vuole che il Paese sia maggiormente coinvolto nelle decisioni globali che lo riguardano.
La Svizzera non può più accontentarsi di osservare in materia di politica estera. Lo pensa il cancelliere della Confederazione Walter Thurnherr, secondo cui, mentre altri Paesi avanzano argomenti politici, la Confederazione si limita a un approccio dal punto di vista giuridico.
La Svizzera deve partecipare di più quando vengono prese decisioni che la riguardano, afferma Thurnherr in un'intervista che pubblicata venerdì dalla Neue Zürcher Zeitung. La politica estera non è solo "gestire le relazioni e postare qualche tweet a settimana", è la critica mossa dal cancelliere.
Dichiarazioni – quelle di Thunherr – che non mancheranno di far discutere, poiché è raro che un cancelliere della Confederazione si esprima in modo così diretto su temi eminentemente politici.
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Le questioni centrali oggi sono regolamentate a livello internazionale, prosegue Thurnherr. La digitalizzazione, la politica finanziaria e fiscale o ancora il clima ne sono esempi.
La Svizzera pensava di poter osservare le crisi senza esporsi, ma alla fine è subentrata una situazione caotica, analizza il cancelliere dalle colonne del quotidiano zurighese. La pandemia e la guerra in Ucraina ci hanno fatto capire che altri Paesi non ci trattano con il rispetto al quale eravamo abituati, aggiunge.
In futuro, la Svizzera dovrà prestare maggiore attenzione agli affari altrui, così da identificare prima le crisi. Altrimenti, commenta Thurnherr, "l'immagine che ha di sé si scontrerà di nuovo con la realtà".
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