La riforma delle dogane prenderà dieci anni invece che uno
Pascal Luethi
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Lo ha affermato il nuovo direttore dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini entrato in funzione lo scorso 1 gennaio.
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tvsvizzera.it/MaMi/Keystone-ATS
Il nuovo capo dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, Pascal Lüthi, ha una visione critica dell’attuale trasformazione delle dogane: la transizione manca di “chiarezza” e di rispetto per i diversi compiti, e il ritmo è insicuro. “L’intera attuazione richiederà un decennio anziché un anno”.
Nel 2019 il Consiglio federale aveva deciso che i doganieri e le guardie di confine devono svolgere lo stesso lavoro. Ciò significa che anche gli attuali specialisti doganali civili indosseranno uniformi e saranno armati. La trasformazione è necessaria, ma la direzione ha perso la fiducia nell’approccio attuale, ha dichiarato Lüthi in un’intervista ai quotidiani di CH Media pubblicata oggi. Lüthi è succeduto a Christian Bock come nuovo direttore dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) il primo gennaio.
Secondo Lüthi, non è possibile tornare a due profili professionali, ossia quello di doganiere e di guardia di confine. “Il nuovo profilo professionale standardizzato di ‘specialista dogana e sicurezza dei confini’ fa parte della visione su cui stiamo lavorando e che stiamo implementando”.
“L’arma non è un segno di identità”
Gli aspiranti seguono una formazione di base modulare con la possibilità di specializzarsi in una fase successiva. L’arma fa parte dell’addestramento di base, ha dichiarato Lüthi. Tuttavia, questo non significa che in seguito si debba portare un’arma. “L’arma non è un tratto distintivo dell’identità”, ha detto. Lühti ritiene inoltre che il progetto di digitalizzazione delle dogane Dazit sia “sulla buona strada”.
Lüthi non conta solo su una “ventata di aria fresca”, ma anche su un’immagine diversa da quella del suo criticato predecessore: non vuole apparire in uniforme o con un’arma. Sono cose superflue per il suo ruolo. “Vogliamo vederle solo dove sono necessarie, dove ci sono rischi. Portare un’arma dove non è necessario è un’arma di troppo”. Le uniformi di servizio sono necessarie come segno distintivo in caso di incontro con il pubblico. Questo non è il caso del suo ruolo, ha detto Lüthi.
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