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La Finma vuole più potere

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La presidente del Cda della Finma Marlene Amstad e il direttore dell'ente Stefan Walter. Keystone / Anthony Anex

Per intervenire in modo più efficace, l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari ha bisogno di nuove competenze e strumenti più estesi. Lo ha ribadito martedì l'ente di sorveglianza presentando il bilancio 2024 della sua attività.

“Non si tratta in generale di più regole, bensì di maggiori conseguenze in caso di violazione delle regole esistenti”, afferma la presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Marlene Amstad, citata in un comunicatoCollegamento esterno.

Da due anni la Finma si impegna anche pubblicamente per cercare di ampliare il suo raggio d’azione: lo fa – si spiega a Berna – perché così è stato raccomandato nel rapporto del Consiglio federale sulla stabilità delle banche, volto a rafforzare la normativa too big too fail (TBTF, troppo grande per fallire, concerne le banche di rilevanza sistemica) e nel documento della Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sul tracollo di Credit Suisse.

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Concretamente la Finma punta ad aumentare ulteriormente il suo margine discrezionale e auspica basi legali chiare per interventi precoci, al fine di poter incidere nel sistema finanziario ancora prima, in caso di irregolarità: per esempio per carenze nel campo del buon governo d’impresa, qualora il Cda e la direzione di una banca, con la loro condotta, si espongano a rischi eccessivi. L’autorità vedrebbe di buon occhio anche l’introduzione di un regime di responsabilità per i dirigenti e vorrebbe avere la competenza di decidere sanzioni pecuniarie.

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“Chi si attiene alle regole non ha nulla da temere”

“Chi si attiene alle regole non ha nulla da temere dalla competenza di infliggere multe”, argomenta Amstad. A suo avviso i nuovi strumenti avrebbero un effetto preventivo “e supporterebbero una condotta all’insegna dell’integrità da parte degli assoggettati”, cioè i manager degli istituti. Una vigilanza preventiva, efficace e indipendente assicurerebbe anche la competitività della piazza finanziaria elvetica sul lungo periodo, si dice convinta la Finma.

Nel 2024 l’autorità ha svolto numerosi controlli in loco (111 presso banche, 55 presso imprese di assicurazione, 20 nell’ambito dell’asset management), stress test, rilevamenti ad hoc e cosiddetti colloqui di vigilanza fino ai gradi gerarchici più elevati. Tali misure sono state integrate da analisi basate su dati, anche ricorrendo all’impiego dell’intelligenza artificiale.

Presso le banche la Finma ha svolto stress test con cadenza regolare (per esempio sui portafogli ipotecari e in relazione ai rischi dei tassi), verificato la resilienza finanziaria degli istituti e analizzato il modo in cui essi rispettano i requisiti regolamentari in condizioni difficili. Nei casi in cui sono emersi risultati insoddisfacenti i funzionari sono intervenuti adottando misure. Per le banche di rilevanza sistemica sono state svolte analisi del potenziale di perdita, analizzando e valutando gli effetti di tali scenari sulla situazione patrimoniale delle società.

Una quarantina di controlli presso UBS

La vigilanza su UBS è stata all’insegna dell’integrazione di Credit Suisse. Sono stati svolti circa 40 controlli in loco in Svizzera e all’estero ed è stato intrattenuto un fitto scambio con il gruppo guidato da Sergio Ermotti. L’approvazione della fusione delle principali unità giuridiche ha costituito una tappa fondamentale.

Al di là della finanza in senso stretto va sottolineato l’aumento del 30% (rispetto al 2023) delle segnalazioni di attacchi cibernetici. Nella lente della Finma sono finite in particolare le esternalizzazioni di funzioni essenziali a società terze: è stata constatata una maggiore concentrazione presso alcuni fornitori che svolgono attività molto importanti o addirittura critiche per numerosi istituti finanziari. Di conseguenza è stata intensificata la vigilanza in questo ambito.

Nell’anno in rassegna l’autorità ha potuto informare il pubblico su cinque procedimenti conclusi di enforcement (termine inglese che la Finma usa quando parla di esecuzione, cioè di applicazione del diritto). Nello specifico si tratta di violazioni degli obblighi in materia di gestione del rischio e di irreprensibilità, attività svolte sul mercato finanziario senza le necessarie autorizzazioni, nonché gravi violazioni degli obblighi in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro. Vi è stato anche un fallimento per mancanza di fondi propri minimi. Complessivamente in ambito di enforcement gli accertamenti sono stati 733; 38 invece i procedimenti conclusi nei confronti di società e persone fisiche.

La Finma continua intanto a crescere e costa di più: il numero di impieghi a tempo pieno nel 2024 si è attestato a 634, cioè il 9% in più dell’anno precedente. In misura analoga sono lievitati i costi d’esercizio, che hanno raggiunto 154 milioni di franchi (+8%). L’onere complessivo è coperto mediante gli emolumenti e le tasse di vigilanza riscossi.

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