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Nuova cura dimagrante per Julius Bär, risparmi per 130 milioni

insegna julius baer
A febbraio l'istituto aveva già annunciato tagli per 110 milioni. Keystone-SDA

Julius Bär si sottopone a un'ulteriore cura dimagrante: la banca privata zurighese presente anche sulla piazza di Lugano stringerà ulteriormente le viti sul fronte dei costi, con altri risparmi per 130 milioni di franchi.

Questi si aggiungeranno alle economie per 110 milioni già annunciate in febbraio che dovranno essere realizzate entro la fine dell’anno, ha indicato oggi la società in occasione della sua giornata degli investitori.

L’azienda che dallo scorso 9 gennaio è guidata dal nuovo CEO Stefan Bollinger ha ridotto il numero di regioni in cui opera, da 5 a 3, e la grandezza della sua direzione, che è scesa da 15 a 5 membri. L’istituto intende continuare a ottimizzare le operazioni, i processi interni e l’informatica. Particolare enfasi sarà posta sull’adeguamento delle spese non salariali.

La banca si è posta anche nuovi obietti finanziari. Per il periodo dal 2026 al 2028 punta ora su un aumento annuo graduale degli afflussi di denaro, dal 4% al 5% entro la fine del periodo, dopo una crescita media del 2,7% tra il 2022 e il 2024. Per raggiungere tale obiettivo l’impresa intende continuare ad assumere consulenti alla clientela, con un obiettivo di 150 nuovi reclutamenti all’anno.

“Da gennaio abbiamo compiuto grandi progressi a diversi livelli per rafforzare la nostra organizzazione e consolidare la fiducia”, afferma Bollinger, citato in un comunicato. “Le ultime 20 settimane hanno rafforzato la mia convinzione che questa azienda sia unica, che i nostri dipendenti stiano svolgendo un lavoro eccezionale con grande impegno e che il potenziale commerciale sia notevole”, aggiunge il 51enne. “Ora abbiamo una chiara agenda strategica e priorità per capitalizzare le opportunità future”.

Come si ricorderà Julius Bär nel 2023 aveva dovuto procedere a una rettifica di valore di 606 milioni di franchi a causa dei crediti concessi al gruppo Signa dell’imprenditore austriaco René Benko, nel frattempo fallito. La vicenda aveva costato il posto al presidente della direzione Philipp Rickenbacher.

Due settimane or sono la banca ha annunciato un’ulteriore svalutazione del suo portafoglio crediti, che comporterà un onere netto di 130 milioni. Come conseguenza il risultato del primo semestre 2025 è atteso in calo rispetto all’utile di 452 milioni della prima parte dell’anno scorso.

La reazione della borsa alle novità odierne non è stata positiva: nella prima mezz’ora di contrattazioni l’azione Julius Bär perdeva circa il 2%, nell’ambito di un mercato orientato generalmente a un rialzo frazionale. Dall’inizio dell’anno il corso è sceso del 9%. Negativa è anche la performance sull’arco di un anno, pari al -3%, mentre sull’arco di un lustro si registra +18%.

Fondato a Zurigo nel 1890, Julius Bär – in altri paesi, Italia in primis, l’istituto si presenta anche come Julius Baer – è quotato alla borsa svizzera dal 2005. Oggi si concentra sul private banking. Il gruppo è presente in dodici località elvetiche, fra cui Lugano e St. Moritz (canton Grigioni), e ha anche numerose sedi all’estero.

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