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Irregolarità nel voto in Ticino, ma “le frodi sono rare”

Una donna deposita una scheda in un'urna elettorale.
Poche le anomalie nel Paese in cui si vota di più. KEYSTONE/© KEYSTONE / PETER KLAUNZER

Fanno discutere le schede elettorali manomesse con il bianchetto domenica scorsa, ma per il politologo Silvano Möckly questi casi sono sporadici in Svizzera, che è il Paese in cui si vota di più al mondo.

Le elezioni comunali del 14 aprile in Canton Ticino sono state macchiate da irregolarità emerse ad Arbedo-Castione, vicino a Bellinzona e ad Ascona, nel Locarnese. Nel primo caso la presunta frode ha portato all’annullamento del voto popolare.

Galeotto fu il bianchetto

Dalle verifiche condotte dall’Ufficio cantonale di accertamento è emerso che nella consultazione per la designazione del Municipio di Arbedo-Castione 48 schede elettorali, giunte per corrispondenza, sono state manomesse a vantaggio di una lista (PLR Arbedo).

Al momento dell’apertura delle buste di voto durante le operazioni di spoglio le funzionarie e i funzionari comunali si sono accorti di grossolane ed evidenti manomissioni: le crocette apposte su alcune liste erano state cancellate con il bianchetto e ne erano state apposte altre con una penna di diverso colore da quelle presenti sulla medesima scheda.

Le verifiche hanno consentito di stabilire che le correzioni non potevano essere frutto di indecisioni o errori involontari da parte delle elettrici e degli elettori ma di una verosimile deliberata manomissione del voto espresso da questi.

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Anomalie anche ad Ascona

Una presunta irregolarità è stata segnalata a Bellinzona anche in relazione alla consultazione che si è celebrata ad Ascona, sul Lago Maggiore. In questo caso alcune schede di voto per corrispondenza riguardanti l’elezione del Municipio sarebbero finite nel tritacarta durante le operazioni di spoglio.

Le possibili anomalie non hanno portato all’annullamento della consultazione ma sono scattati due ricorsi al Tribunale amministrativo cantonale (TRAM). Il problema, ad Ascona, è che pochissimi voti di differenza tra i vari candidati sono risultati decisivi per la composizione dell’organo esecutivo comunale.

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Sulla portata di questo fenomeno nella Confederazione il programma informativo SEIDISERA della radiotelevisione svizzera RSI ha interpellato Silvano Möckli, professore emerito di scienze politiche all’Università di San Gallo e già osservatore elettorale all’estero.

RSI (Seidisera): Quanto sono realmente frequenti in Svizzera azioni fraudolente in un appuntamento alle urne?

Silvano Möckli: La Svizzera è al primo posto nella classifica mondiale per numero di elezioni e di votazioni e andiamo a votare più volte all’anno. È quindi in realtà sorprendente che siano così rari i casi di frode e, quando succedono, non sono praticamente mai orchestrati da più autori, ma da singole persone.


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Come si spiega questo numero così ridotto di frodi o anche di errori, che a volte vengono segnalati?

Le amministrazioni pubbliche non sono corrotte, il livello etico dei funzionari e delle funzionarie è molto alto. Anche l’elettorato è molto sensibile: la falsificazione di schede, la frode fiscale non piacciono. Inoltre c’è il ruolo di controllo della stampa: quando emerge un caso del genere l’eco mediatica è sempre molto forte. Nel 2020 avevo studiato il caso del segretario comunale di Frauenfeld, se ne parlò moltissimo e fu uno scandalo che arrivò fino al Tribunale federale, con una sentenza di condanna.

Qualche furbo qui e là – lei dice – c’è sempre, Ticino compreso. Gli strumenti di legge sono perfettibili? 

Dipende dalle precauzioni previste. Per me è soprattutto importante il principio del controllo incrociato. L’apertura e la conta delle schede dovrebbe sempre avvenire alla presenza di almeno due persone, mentre il risultato del voto dovrebbe essere controllato per capire se è plausibile. È utile per esempio confrontare i risultati ottenuti con l’elezione precedente oppure, nel caso di votazioni, guardare l’esito nei comuni vicini. Questi due punti dovrebbero essere presenti in una legge.

Votiamo temi ed eleggiamo politici sul piano federale, cantonale e comunale. Qual è secondo lei il miglior modo per scongiurare l’azione dei ‘furbetti della scheda’?

È importante che l’analisi delle schede continui ad avvenire in modo decentralizzato. Convogliarle per esempio in uno o pochi luoghi centralizzati aumenta il rischio di falsificazioni, dato il grande numero di materiale di voto disponibile. Sarebbe più complicato avere anche il controllo sulla correttezza del verbale degli uffici elettorali.

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