Tendenzialmente sì a ‘Imprese responsabili’
Se si fosse votato a metà ottobre, i cittadini svizzeri avrebbero accolto sia l'iniziativa che chiede di vietare alla Banca nazionale e alle casse pensione di investire in aziende che producono materiale bellico, sia quella che esige che le multinazionali con sede in Svizzera rispondano anche per le loro filiali all'estero in materia di standard ambientali e rispetto dei diritti umani.
È quanto indica il primo sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern per conto della Società svizzera di radiotelevisione SSR, pubblicato venerdì. Entrambe le iniziative saranno sottoposte al voto popolare il prossimo 29 novembre.
L’iniziativa ‘Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente”. sarebbe accolta dal 63% degli intervistati, che si sono detti “molto” o “piuttosto” a favore, mentre il 33% avrebbe votato contro o “piuttosto contro”. Il 68% degli interpellati ritiene di aver preso una decisione definitiva e non cambierà opionione.
Il testo crea una forte polarizzazione tra i campi politici: destra conservatrice e centro-destra sono contrari, mentre tutti gli altri partiti sostengono l’iniziativa, sebbene tra i simpatizzanti del Partito popolare-democratico (centro) il vantaggio sia esiguo. La Svizzera francese è la più orientata al sì (70%) seguita dalla Svizzera italiana (67%). Meno convinti, ma comunque favorevoli, gli svizzero-tedeschi (61%).
Le donne sono molto più a favore degli uomini, e lo stesso vale per le persone con un reddito basso.
L’argomento che porta più consensi all’iniziativa sulle multinazionali è la necessità di una maggiore correttezza e trasparenza nel mondo degli affari. Secondo la maggioranza (70%), le misure volontarie per evitare comportamenti aziendali irresponsabili volti a ottenere vantaggi competitivi non sono sufficienti.
Tra gli oppositori emergono principalmente due argomenti: il 59% teme che l’iniziativa andrebbe a colpire anche le PMI svizzere e che per applicarla dovrebbero essere introdotti intensi controlli; il 56% stima un danno alla piazza economica svizzera.
L’inchiesta è stata realizzata tra il 5 e il 19 ottobre 2020 interrogando 15’267 persone. Il margine di errore statistico è di +/- 2,9%.
Appare più combattuto l’esito del voto sull’iniziativa ‘Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico, che raccoglie il 54%. Inoltre, osserva l’istituto gfs.bern, se il testo segue l’evoluzione normale della formazione dell’opinione sulle iniziative, esso finirà per essere bocciato.
Anche qui si osserva una polarizzazione destra-sinistra -analoga a quella di ‘Per imprese responsabili’, con la differenza che gli elettori di centro la respingono- mentre da un punto di vista delle regioni linguistiche la quota di favorevoli è maggiore nella Svizzera italiana (58%); tra gli intervistati romandi e svizzero-tedeschi è attorno al 53%. In generale, sono più orientati all’approvazione gli abitanti dei grandi agglomerati urbani e le donne.
I favorevoli -nella misura del 71%- considerano inopportuno investire i fondi pensione nel settore bellico. La maggioranza dei contrari ritiene che “se non lo facciamo noi, altri finiranno per fare soldi con questo commercio” (65%).
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 23.10.2020)
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