Sperimentazione sugli animali, no a un divieto assoluto
Il Consiglio nazionale ha invitato a bocciare l’iniziativa popolare “per il divieto di sperimentazione animale”. Il testo, che chiede un divieto assoluto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani, è stato giudicato 'eccessivo'.
Il divieto assoluto potrebbe avere conseguenze negative per la ricerca e l’economia della Svizzera. Anche la salute pubblica ne soffrirebbe e proprio in tempi di crisi sanitaria in quanto il divieto varrebbe anche per i prodotti importati.
Il divieto assoluto della sperimentazione animale e della ricerca che coinvolge esseri umani. Il testo – lanciato 2017 e sostenuto da oltre 80 organizzazioni – vuole anche impedire l’importazione di prodotti che si basano sui test in questione.
L’iniziativa è troppo radicale: è il giudizio espresso da tutti gli schieramenti politici. E l’attualità ha fornito un argomento in più: senza sperimentazione animale non si sarebbe potuto sviluppare un vaccino contro il coronavirus. Se l’iniziativa fosse già applicata, in Svizzera ci sarebbe il divieto costituzionale di utilizzare tali vaccini.
Fin qui tutti d’accordo, ma la questione non può considerarsi evasa. La sperimentazione sugli animali – anche se permessa per legge solo laddove non esistono alternative – rimane un maltrattamento, ha fatto notare la deputata ecologista Leonore Porchet, per la quale la domanda è come abbandonarla gradualmente.
Isabelle Chevalley dei Verdi liberali ha fatto notare come i finanziamenti per la ricerca su metodi alternativi siano insufficienti, nonostante la ricerca al computer o su cellule prodotte artificialmente siano considerate molto promettente. Un programma di ricerca da 20 milioni di franchi è stato lanciato dal consiglio federale con lo scopo di promuovere metodi alternativi e ridurre la sofferenza e i test sugli animali ma la cifra è troppo bassa, secondo i deputati di sinistra.
tvsvizzera.it/fra con RSI
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