Svizzera verso il voto sul congedo paternità
Il popolo verrà elvetico verrà chiamato alle urne per decidere sull’introduzione un congedo paternità flessibile della durata di quattro settimane. L’iniziativa lanciata dalla confederazione sindacale Travail.Suisse e da altre organizzazioni è stata sottoscritta da 120'000 persone, un risultato raggiunto anche grazie a un nuovo metodo di raccolta firme sul web.
L’iniziativa che chiede l’introduzione di 20 giorni di congedo retribuito per i neo papà ha ottenuto il sostegno di 120’000 firmatari. È quando ha indicato sabato l’associazione “Vaterschaftsurlaubetzt!” (Congedo paternità subito!). Adrian Wüthrich, coordinatore della campagna per la raccolta delle firme e presidente di Travail.Suisse, ha spiegato che l’iniziativa ha suscitato tra la popolazione vivo interesse.
La proposta è stata lanciata nel maggio dello scorso anno dopo che in aprile la Camera bassa del parlamento aveva respinto di misura (97 voti a 90) un’iniziativa parlamentare dello stesso tenore. In quell’occasione era stato chiesto un congedo generalizzato di due settimane per costi complessivi stimati a 200 milioni di franchi.
Attualmente, scrive “Vaterschaftsurlaub jetzt!”, solo le grandi aziende hanno le risorse necessarie per garantire il congedo paternità: le piccole e medie imprese non hanno i mezzi e i dipendenti devono accontentarsi di un solo giorno di assenza dal lavoro, oppure di un periodo di licenza non retribuito. Tutto ciò è ingiusto, afferma nel comunicato la vicepresidente Clivia Koch: “è necessaria una soluzione nazionale per tutti i lavoratori e per tutte le aziende”.
Modello flessibile
Il modello proposto dai promotori dell’iniziativa dà la possibilità ai salariati di negoziare con i loro superiori una soluzione accettabile per tutti. Per esempio, un neopadre potrebbe rimanere a casa due settimane a partire dal giorno del parto e prendere i giorni liberi restanti in un altro momento durante il primo anno di vita del neonato.
Raccolta sul web
Le 120’000 firme sono state raccolte anche grazie una nuova piattaforma online chiamata weCollect. Attraverso le amicizie su Facebook, si viene dirottati verso il sito di raccolta firme. In pochi click si ottiene il formulario e una busta affrancata. Veloce e poco costoso, il nuovo sistema è considerato da molti una vera rivoluzione, anche se suscita ancora qualche scetticismo.
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