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Regole più severe per l’esportazione di armi

Un mezzo militare dell esercito svizzero
Un mezzo in dotazione dell'esercito svizzero. © Keystone / Peter Schneider

Le regole per le esportazioni di armi devono essere più severe, ma il Consiglio degli Stati - prima Camera a pronunciarsi sul tema - boccia l'iniziativa popolare "contro le esportazioni di armi in paesi teatro di guerre civili" perché troppo estrema.

L’iniziativa popolare “Contro l’esportazione di armi in Paesi teatro di guerre civili” deve essere respinta. È quanto raccomanda il Consiglio degli Stati. La Camera alta ha invece sostenuto il controprogetto proposto dal Governo, che potrebbe portare al ritiro della stessa iniziativa.

L’iniziativa mira a garantire il controllo e la partecipazione democratica e a impedire l’esportazione di materiale militare in Paesi teatro di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani o di guerre civili. Prevede che i criteri di autorizzazione per l’export, oggi disciplinati a livello di ordinanza, vengano iscritti nella Costituzione. Ciò significa che popolo e cantoni sarebbero chiamati a decidere in merito a eventuali modifiche.

Controprogetto del Consiglio federale

Il Consiglio federale comprende le preoccupazioni dei promotori dell’iniziativa, ha rilevato il ministro dell’economia Guy Parmelin, aggiungendo però che il testo si spinge troppo lontano. Oltretutto la definizione di “paese democratico” non è abbastanza precisa, e causerebbe non poche difficoltà, ha aggiunto. Proprio per questo l’Esecutivo ha proposto un controprogetto.

La proposta del Governo prevede un disciplinamento a livello di legge e consente così al popolo di avere l’ultima parola facendo capo al referendum facoltativo. Elimina le deroghe di esportazione per i paesi che violano gravemente e sistematicamente i diritti umani. Le vendite a Paesi in guerra civile continuerebbero ad essere vietate. Un controprogetto, come detto, sostenuto dai “sanatori”. Ora il dossier va al vaglio del Consiglio nazionale.

Export in crescita

In base ai dati forniti dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco), le esportazioni di materiale bellico hanno raggiunto livelli record nel 2020 aumentando del 24% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, le imprese svizzere hanno esportato materiale bellico per un valore di 901,2 milioni di franchi in 62 paesi.

L’Europa rimane il più grande acquirente di armi svizzere. Ma anche l’Arabia Saudita e il Bahrein, che sono coinvolti nella guerra in Yemen, sono tra i clienti di Berna. Così come l’Indonesia e il Brasile, dove i diritti umani sono regolarmente messi in discussione.

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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