Iniziativa contro le pensioni a vita dei politici grigionesi
Superato abbondantemente il numero di firme necessarie per chiamare alle urne l'elettorato grigionese sulle rendite perpetue in favore delle e dei rappresentanti del Governo retico.
L’iniziativa dell’UDC grigionese (destra) che mira all’abolizione delle pensioni a vita dei membri del Governo retico è riuscita. Secondo quanto ha riferito giovedì la Cancelleria di Stato, sono state presentate 4’342 firme valide (ne bastavano 3000).
Il partito di destra ha motivato la sua iniziativa, denominata “Basta con il paracadute dorato per i membri del Governo – No alla pensione vita natural durante”, sostenendo che i membri del Consiglio di Stato sarebbero in grado di trovare rapidamente un’attività professionale poco dopo la conclusione del loro mandato pubblico.
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Le attuali pensioni, che possono raggiungere i 110’000 franchi all’anno (112’000 euro), vengono quindi ritenute superflue. A seconda della durata del loro mandato, attualmente agli ex consiglieri di Stato è garantita una pensione massima che corrisponde al 42% del loro ultimo stipendio.
Questo sistema pensionistico risale agli anni Quaranta e Cinquanta, periodo in cui fu introdotta la carica di consigliere di Stato a tempo pieno e non esisteva una pensione privata obbligatoria (secondo pilastro). Oltre ai Grigioni, la pensione a vita in Svizzera è in vigore solo nei cantoni di Vaud e Berna.
Oltre a questa iniziativa popolare è in sospeso anche una mozione sul medesimo tema del gruppo liberale radicale (PLR) del Parlamento grigionese, approvata nella sessione di febbraio 2023.
Il Governo retico dovrà prima di tutto mettere a confronto i contenuti della mozione del PLR rispetto all’iniziativa popolare UDC per coordinare le due proposte normative.
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