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L’inflazione scende a livello zero in Svizzera

cartello con prezzo al supermercato
Un calo oltre le aspettative. Keystone-SDA

L'inflazione cala ulteriormente in Svizzera, più di quanto atteso: il rincaro su base annua si è rivelato perfettamente nullo in aprile, attestandosi allo 0,0%, a fronte di un mese di marzo che aveva segnato +0,3%, allo stesso livello di febbraio.

La crescita dei prezzi è così ai minimi da marzo 2021, quando era stato registrato l’ultimo valore negativo (-0,2%).

Stando ai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel quarto mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo ha totalizzato 107,5 punti. Il rincaro di aprile è minore delle aspettative: gli analisti interpellati dall’agenzia AWP scommettevano infatti su valori compresi fra +0,1% e +0,3%. A livello mensile i prezzi sono rimasti invariati (i pronostici si muovevano anche in questo caso fra 0,1% e +0,3%): pure marzo aveva segnato una variazione nulla.

Secondo gli esperti dell’UST la progressione mensile è il risultato di tendenze opposte che si sono compensate a vicenda. Il costo degli indumenti e degli ortaggi, nonché quelli dei trasporti aerei e dei prodotti per trattamenti del corpo sono aumentati; sono invece diminuiti i prezzi del settore alberghiero e paralberghiero, come pure quelli delle funivie e dei viaggi forfetari nazionali.

Sempre interessante inoltre è l’evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un -0,1% mensile e un -0,8% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente 0,0% e +1,4%), che comprende gli affitti.

Calo nel 2024

Come si ricorderà l’inflazione è scesa decisamente nel 2024, attestandosi all’1,1%, dopo il 2,1% del 2023 e il 2,8% del 2022, che era stato il massimo da 30 anni. L’ultimo valore negativo (-0,7%) era stato registrato nel 2020. L’indicatore elvetico di aprile è a livelli sensibilmente inferiori di quelli dell’Eurozona (2,2%, stabile rispetto a marzo), mentre riguardo agli Stati Uniti non sono ancora disponibili dati aggiornati.

Tornando in Svizzera e passando ai dettagli, in aprile i prezzi dei prodotti indigeni sono calati dello 0,1% nel confronto con marzo, mentre quelli dei prodotti importati hanno subito un incremento dello 0,3%. Su base annua i primi segnano +0,8%, i secondi -2,5%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra una variazione rispettivamente di +0,1% (mese) e di +0,6% (anno).

L’UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva aprile presenta un rincaro del +0,7% (mese) e del +0,3% (anno).

Il rincaro stabilito dall’UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi. Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che anche nel 2025 è in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

L’inflazione è monitorata con attenzione dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come una variazione compresa tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita del rincaro l’istituto fra il 2022 e il 2023 aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Nel 2024 l’entità guidata da inizio ottobre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha invece operato in direzione opposta, agendo con quattro tagli successivi, che hanno abbassato il costo del denaro allo 0,50%. Quest’anno nel suo primo intervento, il 20 marzo, la BNS ha proceduto nello stesso modo, ritoccando il tasso allo 0,25%. Il prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in programma il 19 giugno.

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