L’inflazione diventa negativa in Svizzera per la prima volta dal 2021

L'inflazione cala ulteriormente in Svizzera, passando in territorio negativo.
Il rincaro su base annua in Svizzera si è attestato al -0,1% in maggio, a fronte di un mese di aprile che aveva mostrato una variazione perfettamente nulla (0,0%), dopo che in marzo e in febbraio era stato osservato un +0,3%. L’indicatore si trova così al livello più basso dal marzo 2021, quando era stato registrato l’ultimo valore inferiore allo zero (-0,2%).
Stando ai dati pubblicati martedì dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel quinto mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo ha totalizzato 107,6 punti. La contrazione annua è in linea con le aspettative: gli analisti interpellati dall’agenzia AWP scommettevano infatti su valori compresi fra -0,1% e 0,0%. A livello mensile i prezzi sono saliti dello 0,1%, anche in questo caso nella fascia bassa delle stime: i pronostici si muovevano in questo caso fra +0,1% e +0,2%. Aprile aveva segnato una variazione nulla.
Il servizio del TG 12.30 della RSI del 3 giugno 2025:
Secondo gli esperti dell’UST la crescita dei prezzi rispetto al mese precedente è riconducibile a vari fattori, tra cui l’aumento degli affitti delle abitazioni e del costo dei viaggi forfetari internazionali. Sono saliti anche i prezzi degli ortaggi e della frutta, mentre in calo sono risultate le tariffe dei trasporti aerei e del settore paralberghiero, come pure gli oneri per l’olio da riscaldamento.
Sempre interessante inoltre è l’evoluzione dei prodotti alimentari, che mettono a referto un +1,5% mensile e un -0,3% annuo, così come quella del comparto abitazione ed energia (rispettivamente +0,3% e +1,1%), che comprende gli affitti.
Come si ricorderà l’inflazione aveva raggiunto nel 2022 un picco del 2,8%, salendo ai massimi da 30 anni, ed era poi calata al 2,1% nel 2023 e all’1,1% nel 2024. L’ultimo valore annuo negativo (-0,7%) era stato registrato nel 2020.
L’indicatore elvetico di maggio è a livelli sensibilmente inferiori di quelli dell’Eurozona (2,2%, stabile rispetto ad aprile), Italia (+1,7%) compresa, mentre riguardo agli Stati Uniti non sono ancora disponibili dati aggiornati.
Tornando in Svizzera e passando ai dettagli, in maggio i prezzi dei prodotti indigeni sono progrediti dello 0,2% nel confronto con aprile, mentre quelli dei prodotti importati non sono cambiati. Su base annua i primi segnano +0,6%, i secondi -2,4%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – mostra una variazione rispettivamente di +0,1% (mese) e di +0,5% (anno).
L’UST calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva maggio presenta un rincaro del -0,2% (mese) e di un analogo -0,2% (anno).
Gli effetti del rincaro
Il rincaro stabilito dall’UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi. Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che anche nel 2025 è in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.
L’inflazione è monitorata con attenzione dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come una variazione compresa tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita del rincaro l’istituto fra il 2022 e il 2023 aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Nel 2024 l’entità guidata da inizio ottobre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha invece operato in direzione opposta, agendo con quattro tagli successivi, che hanno abbassato il costo del denaro allo 0,50%. Quest’anno nel suo primo intervento, il 20 marzo, la BNS ha proceduto nello stesso modo, ritoccando il tasso allo 0,25%. Il prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in programma il 19 giugno: la gran parte degli esperti si aspetta un’ulteriore riduzione.

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