In forte crescita le manifestazioni d’odio nei confronti della comunità LGBTIQ+
L'anno scorso sono stati segnalati 305 casi di ingiurie o attacchi verso persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali e queer. Le violenze verbali e fisiche sono più che raddoppiate nel giro di un solo anno.
I diversi numeri telefonici di assistenza istituti per denunciare le ostilità subite da questa comunità hanno ricevuto 305 chiamate nel 2023, praticamente il doppio rispetto a un anno prima. È quanto si apprende da un comunicato congiunto diramato venerdì da TGNS, Pink Cross, l’Organizzazione svizzera delle lesbiche (LOS) e LGBTIQ-Helpline.
“Negli scorsi mesi abbiamo denotato un aumento delle ostilità e subito più violenze, anche in pieno giorno per le strade”, afferma Anis Kaiser, responsabile presso l’organizzazione Transgender Network Switzerland (TGNS). Secondo Kaiser questo “clima avverso viene fomentato da alcuni articoli di stampa ed interventi politici anti-trans”, che possono anche sfociare in gravi ripercussioni per la comunità LGBTIQ+ in Svizzera.
Per rendere attenta la popolazione sulla questione, oggi sulla Piazza federale a Berna squilleranno simultaneamente 305 telefoni, che daranno voce proprio a quelle 305 persone che l’anno scorso si sono rivolte alle diverse helpline istituite per denunciare simili crimini di odio.
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Giornata internazionale contro l’omofobia
Non a caso per l’azione è stato il 17 maggio. Oggi si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, volta a sensibilizzare al problema della discriminazione, delle molestie e della violenza che le persone LGBTIQ continuano a subire. La ricorrenza è stata istituita nel 2004.
“Dietro ogni telefono e ogni segnalazione c’è qualcuno che ha dovuto subire un crimine d’odio contro la comunità nel corso dello scorso anno. Con questa azione vogliamo dare una scossa alla politica e alla società: dobbiamo assolutamente agire contro la discriminazione e gli attacchi alle persone LGBTIQ”, dichiara Milo Käser, capo del progetto LGBTIQ-Helpline.
Da anni le associazioni segnalano un aumento dei crimini d’odio e chiedono pertanto l’adozione di misure da parte della Confederazione, dei Cantoni e delle città. “Concretamente, chiediamo misure di prevenzione e sensibilizzazione su larga scala all’interno della società, nonché una formazione delle autorità penali e servizi di assistenza per le vittime e un’adeguata tutela contro la discriminazione verso le persone trans”, afferma Muriel Waeger, co-direttrice della LOS.
Soprattutto insulti verbali
Come detto, le segnalazioni delle ostilità sono in costante aumento. Nel 2020, LGBTIQ-Helpline ha registrato 61 casi, 92 nel 2021, e 134 nel 2022. Circa il 70% dei 305 casi segnalati nel 2023 riguardava insulti verbali, mentre 64 persone (21%) hanno subito una violenza fisica.
Quasi la metà dei crimini d’odio hanno avuto luogo nel Canton Zurigo (131 segnalazioni), seguito da Berna, con 36 casi, San Gallo (27), Argovia (22) e Vaud (14). Il 40% delle segnalazioni sono state fatte da persone trans. Il 15% dei crimini d’odio è stato denunciato direttamente alle autorità.
Queste violenze, che siano fisiche oppure verbali, possono avere conseguenze a lungo termine e chi ne è colpito direttamente spesso subisce forti traumi.
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