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In difesa del cavallo delle Franches-Montagnes

Il Consiglio degli Stati ha accolto un postulato che mira a proteggere l'unica razza equina svizzera; gli allevatori: "rischio d'estinzione"

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Il Consiglio degli Stati ha accolto lunedì con 33 voti a favore e 7 contrari un postulato per la difesa dei cavalli delle Franches-Montagnes. Si tratta dell’unica razza equina svizzera e, per questo, è riconosciuta come patrimonio nazionale.

Nonostante questo riconoscimento, però, negli ultimi vent’anni le nascite di puledrini sono diminuite del 44 percento. Siamo andati nel Giura dove gli allevatori parlano di rischio di estinzione.

Docile, snello, adatto per il turismo equestre. Questa la nuova immagine su cui allevatori e federazione giurassiana puntano per salvaguardare i cavalli delle Franches-Montagnes.

Ma anche così , secondo Denis Boichat e sua figlia Alice, la situazione è critica: “Nel mio villaggio se venisse un altro allevatore per fare la stessa cosa, dovremmo dividerci il guadagno, e non varrebbe più la pena farlo”.

Un mercato sempre più piccolo dunque, ma non solo. “Ora non riusciamo più a vendere i cavalli”, spiega l’allevatore, “un cavallo ci costa 6500-6800 franchi all’anno per tre anni, dopo di che non riusciamo a venderlo nemmeno 7000 franchi”.

Soluzioni? Più promozione, diverse condizioni per la vendita all’estero e per l’importazione, e maggiori contributi. Già perché, secondo la Federazione Franches-Montagnes, il 65% dei cavalli importati in Svizzera rappresenta una concorrenza sleale.

“Chi esporta i cavalli in Germania, in Francia o nel Belgio”, osserva il presidente Bernard Beuret, “deve pagare il 35% di tasse sul prezzo del cavallo, mentre sui 4 mila esemplari importati da quei paesi ogni anno non si pagano praticamente tasse”.

Appena 250 franchi circa per importare, già, come concordato con l’Organizzazione mondiale del commercio.

Risultato: 111mila cavalli registrati in Svizzera, e ben 151 specie diverse. Una sola quella elvetica, quella dei 18 mila esemplari delle Franches-Montagnes.

“Forse il liberalismo a oltranza è stato il nemico delle Franche Montagnes”, dice Pierre Berthold, presidente della Federazione giurassiana per l’allevamento dei cavalli, “ma anche l’ignoranza: se riuscissimo a far conoscere i nostri cavalli penso che avremmo più amici”.

Il Consiglio federale, ora, dovrà trovare una soluzione.

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