Imprese, canone radio-tivù da abolire entro il 2035
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Le aziende dovrebbero essere esentate progressivamente dal pagamento del canone radio-tivù entro il 2035.
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È quanto propone un nuovo controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)” messo a punto Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) sotto forma di iniziativa parlamentare.
Questa soluzione è stata approvata in commissione con 13 voti a 11 e 1 astensione, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari. Questa iniziativa della CTT-N è il secondo tentativo di contrapporre un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare: un primo tentativo è infatti andato a vuoto, come ricorda il comunicato, dal momento che l’omologa commissione degli Stati si è detta contraria a una simile soluzione. Tenuto conto di questa opposizione, la CTT-N rinuncia a sottoporla alla propria Camera e l’iniziativa di UDC, Unione svizzera delle arti e mestieri e giovani liberali-radicali è liquidata.
Questa prima proposta prevedeva la diminuzione del canone per le famiglie, l’esenzione totale dal canone per le imprese, un ampliamento delle competenze dell’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva ampliamento delle competenze dell’Autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR), un obbligo di cooperazione tra la SSR e le emittenti private (in particolare nell’ambito dei diritti sportivi), nonché il mantenimento dell’odierna quota del canone a favore delle emittenti radiotelevisive titolari di una concessione con mandato di prestazioni e partecipazione al canone secondo la Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV).
Con la sua nuova iniziativa, la CTT-N riprende l’esenzione del canone per le imprese poiché ritiene “che sia necessario intervenire”. Questa nuova proposta auspica la completa abolizione del canone per le imprese entro il 2035, da attuarsi con una sua progressiva riduzione nei prossimi anni mediante un costante aumento del livello tariffario per l’assoggettamento al canone. Il controprogetto entrerebbe in vigore soltanto se il comitato d’iniziativa ritira la sua iniziativa popolare, specifica la nota.
Nel limite del possibile, l’omologa commissione degli Stati esaminerà l’iniziativa di commissione già in aprile, affinché, in caso di approvazione, la CTT-N possa elaborare un progetto di atto legislativo entro fine aprile.
Il progetto del Consiglio federale
Questo ennesimo controprogetto si aggiunge a quello del Consiglio federale che si propone di diminuire a tappe il canone dagli attuali 335 a 300 franchi all’anno.
Inoltre, le imprese con un fatturato annuo soggetto all’IVA fino a 1,2 milioni dovrebbero essere esentate dal canone (attualmente fino a 500’000 franchi). Tutto ciò sempre in risposta all’iniziativa che il governo raccomanda di respingere. L’iniziativa, se accolta, provocherebbe infatti una riduzione dei proventi del canone dagli attuali 1,25 miliardi a circa 650 milioni.
Il Consiglio federale intende raggiungere il suo obiettivo mediante una revisione parziale dell’ordinanza sulla radiotelevisione (ORTV), affinché possa così continuare a stabilire autonomamente l’importo del canone radiotelevisivo. Con le proposte dell’esecutivo, l’importo fisso destinato in futuro alla SSR dovrebbe diminuire di 170 milioni, a fronte degli attuali 1,25 miliardi.
La cosiddetta “Iniziativa SSR” segue quella chiamata “No Billag”, che intendeva abolire in toto la tassa di ricezione, e che nel marzo 2018 era stata respinta chiaramente dal 71,6% dei cittadini.
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