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“Il piano di pace ucraino, unilaterale, non va lontano”

Ignazio Cassis davanti alla stampa vicino al Palazzo di vetro, sede dell ONU.
Ignazio Cassis davanti alla stampa vicino al Palazzo di vetro, sede dell'ONU. © Keystone / Alessandro Della Valle

Il piano di pace ucraino, che prevede il ritiro totale della Russia da tutte le regioni occupate e il pagamento di riparazioni di guerra, è “interessante, ma non abbastanza buono: le iniziative unilaterali che non ottengono il consenso di entrambe le parti non vanno molto lontano". Così il consigliere federale Ignazio Cassis a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

“Non vogliamo che la guerra s’intensifichi ulteriormente”, ha dichiarato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Egli ha comunque accolto con favore la proposta di pace in dieci punti che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ribadisce oggi davanti al Consiglio di sicurezza e che ha già ottenuto il sostegno di almeno 140 dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite. Essa prevede il ritiro totale della Russia da tutte le regioni occupate e il pagamento di riparazioni di guerra – condizioni che Mosca non accetterà.

Martedì Cassis aveva indicato che la Svizzera sostiene l’idea di un tribunale per il crimine di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso in marzo un mandato d’arresto internazionale contro il presidente russo Vladimir Putin, ma non ha la competenza di indagare l’aggressione di Mosca contro Kiev in generale.

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Pertanto, tra i diplomatici circola già da mesi l’idea di creare un tribunale speciale come avvenne ad esempio dopo la guerra in Jugoslavia. Per il capo del DFAE una simile corte va però fondata in un quadro multilaterale ampio e con un sostegno internazionale equilibrato.

Alla riunione odierna del Consiglio di sicurezza sull’Ucraina partecipa anche il presidente della Confederazione Alain Berset. La Svizzera fa parte dell’organo fino alla fine del 2024. In una dichiarazione congiunta dei dieci membri non permanenti del Consiglio, resa nota poco prima dell’inizio dell’incontro, Cassis e i suoi nove omologhi hanno ribadito il loro impegno per il multilateralismo.

Essi hanno invitato i cinque membri permanenti a mostrare “moderazione” nell’uso del veto, in particolare per prevenire atrocità di massa. In seguito a una risoluzione presentata dal Liechtenstein e approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, le cinque grandi potenze devono giustificare pubblicamente l’uso di tale strumento.

Nella loro dichiarazione i dieci membri non permanenti hanno pure ribadito la loro richiesta di riforma per rendere il Consiglio di sicurezza “più efficiente” e più rappresentativo nell’affrontare le sfide in materia di sicurezza internazionale.

Presenza della Russia illegittima

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che la presenza della Russia al Consiglio di Sicurezza è “illegittima”, e “il potere di veto in mano all’aggressore è quello che ha spinto l’Onu in questa situazione di stallo”. Parlando al summit del Cds sull’Ucraina, Zelensky ha sottolineato che “in caso di atrocità di massa il potere di veto dovrebbe essere sospeso e l’Assemblea Generale Onu dovrebbe avere il potere di superare il veto”.
 

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