Il jet del Governo svizzero messo ko da un airone
Mentre era in fase di decollo all'aeroporto di Lugano-Agno, il Falcon 900 del Consiglio federale si è scontrato con un airone. L'aereo è rimasto danneggiato e non potrà riprendere i voli prima di diverse settimane. Ma in che modo la presenza di una colonia di volatili impatta sulla sicurezza dello scalo luganese?
Aveva il nido verosimilmente a Cassina d’Agno l’airone cenerino che lo scorso sabato 24 febbraio ha messo knockout, per un mese, il jet Falcon 900 su cui normalmente volano i consiglieri federali quando devono raggiungere, in tempo utile, località fuori mano. Non che questo aggiunga molto all’incidente specifico, nel gergo “bird strike”, l’impatto tra aeromobile e uccello di cui ha riferito domenica il SonntagsBlick.
La presenza di questi volatili nell’area di Lugano Airport è invece aspetto che impatta con la sicurezza dello scalo. Su questo tema abbiamo interpellato Roberto Lardelli, presidente di Ficedula (l’Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana).
Equipaggio indenne
Alla fine tutto bene, o quasi, nel senso che ne è uscito indenne l’equipaggio del trireattore che quel mattino di un mese fa, alle 11:20, riprendeva il volo dopo aver scaricato ad Agno il direttore del DFAE Ignazio Cassis. Più acciaccato il Falcon 900 il cui “ipersostentatore” (lo “slat”, elemento mobile situato sulla parte opposta dell’ala, rispetto ai più conosciuti “flap”) ha dovuto essere riparato. Operazione non agevole, visto che non vi sono pezzi di ricambio per l’aviogetto fabbricato nel 2008 e in uso dal 2013 come mezzo di punta del Servizio di trasporto aereo della Confederazione (STAC), dopo essere stato fino all’anno precedente aereo di Stato del Principato di Monaco.
L’episodio ha creato qualche noia a Cassis e ai suoi colleghi, in attesa di poter sedere sul Global 7500 di Bombardier, il futuro velivolo di Stato dal costo di 109 milioni di franchi che il Consiglio federale ha deciso lo scorso anno di acquistare. I membri del Governo per ora devono accontentarsi di un secondo, più vetusto aereo, un Citation Excel 560XL di Cessna, bireattore da 7 passeggeri e 2 piloti (contro i 14 passeggeri, due piloti e 1 assistente di volo, del Falcon 900).
Ignazio Cassis, un Vielflieger
Le rotte malauguratamente incrociate tra l’aereo ministeriale e l’airone hanno offerto l’assist al domenicale svizzero-tedesco per definire Cassis un Vielflieger, ovvero un utilizzatore frequente del jet di Stato per spostarsi. Nel 2022 il ministro degli esteri aveva effettuato 95 voli, secondo quanto riportato dal Blick lo scorso giugno. Dietro a Cassis, ma non in scia, seguiva per uso del jet Karin Keller-Sutter con 30 voli, quindi Ueli Maurer (21 voli), Viola Amherd (19), Guy Parmelin (15), Alain Berset (14) e, in coda, Simonetta Sommaruga (13). La statistica mostrava anche che Parmelin aveva usato spesso l’elicottero per spostarsi.
Un anno dopo, nel 2023, secondo la lista dei voli STACCollegamento esterno pubblicata ad inizio marzo sul sito della Confederazione, il consigliere di Stato Ignazio Cassis continua ad essere il “Lindbergh” di Palazzo, ma un po’ meno: lo scorso anno nella contabilità aviatoria del ticinese figuravano 72 voli con l’aereo di Stato e 5 voli in elicottero.
Non muta invece la destinazione d’arrivo o partenza: 35 volte Lugano-Agno (grossomodo la metà del totale, come nel 2022). In termini assoluti sarebbe in testa l’allora presidente della Confederazione Alain Berset, ma degli 83 voli assegnati all’ex capo del Dipartimento federale dell’interno 43 sono stati spostamenti in elicottero, così che il friburghese è stato sul jet 40 volte. Dopo Cassis e Berset, troviamo Elisabeth Baume-Schneider con 30 voli nell’anno in cui era alla testa del Dipartimento federale di giustizia e polizia. Chiudono con 20 voli (di cui 4 in elicottero) Albert Rösti, Viola Amherd con 19 voli (di cui 4 in elicottero) e Karin Keller-Sutter 16 voli (di cui uno in elicottero). Solo 6 (di cui 4 in elicottero) i voli ascritti all’allora cancelliere federale Walter Thurnherr.
Il fatto che Cassis utilizzi il Falcon 900 più dei suoi colleghi dipende naturalmente dal suo ruolo che necessita spostamenti all’estero, fanno notare dal servizio di comunicazione del DFAE. Quanto ai voli interni, precisano che “gli spostamenti del consigliere federale Cassis in Svizzera vengono effettuati per oltre il 90% dei casi in auto o in treno. Capita, per motivi di agenda, che questi mezzi di trasporto non possano essere utilizzati. In questi casi, si sceglie di viaggiare in aereo o in elicottero, a seconda del percorso, della pianificazione e delle condizioni meteorologiche”.
In un’ottica di trasparenza, i documenti ufficiali danno conto anche dello scopo degli spostamenti dei consiglieri federali e dei nominativi degli accompagnatori a bordo. Non emergono particolari “segreti di Stato”, anche se incuriosisce il fatto che il 16 giugno 2023 Cassis sia decollato da Belp verso Agno per partecipare a “un evento organizzato dalla Bottega Rapelli”. La presenza al salumificio di Stabio rientra, ci dicono dal servizio stampa del DFAE, tra quelle occasioni di contatto con la popolazione e le realtà locali che coinvolgono i consiglieri federali. L’uso dell’auto, in quel caso, non era possibile per un precedente impegno a Berna.
Una colonia di aironi presente dagli anni ’90
Lo scorso 24 febbraio, invece, sarebbe stato meglio usare l’auto o il treno. A tal proposito l’ornitologo Roberto Lardelli spiega che la presenza degli aironi cenerini nel Luganese risale all’inizio degli anni ‘90. “Quella presente ancora oggi a Cassina d’Agno è stata la prima colonia che si è formata in Ticino e per l’aeroporto occorre dire che non tutto il male viene per nuocere”.
Il presidente di Ficedula ricorda infatti che l’arrivo dell’airone nella zona del Vallone, dove si contavano al momento di massima espansione una trentina di nidi, contribuì a risolvere un problema che in quegli anni affliggeva lo scalo: “Avevano provato di tutto per eliminare le arvicole (un roditore, ndr) che infestavano il sedime dell’aeroporto, creando un grosso problema anche di stabilità con le loro tane. Le hanno provate tutte e alla fine sono stati gli aironi a svuotare letteralmente il terreno della pista da questi mammiferi”. L’airone è ritenuto uno sgradito concorrente dai pescatori, ma “l’80% della biomassa che ingeriscono è costituita da micro-invertebrati, come arvicole e topi”, ricorda Lardelli.
Un fatto raro
Quanto al pericolo che questi, come altri, volatili, possono costituire per i voli, l’ornitologo ricorda che sebbene ogni aeroporto sia tenuto a tenere un registro dei “bird strike”, gli impatti con gli aerei, “sono fatti che non vengono normalmente divulgati.
Sulla base delle nostre osservazioni e anche dell’esperienza, posso dire che ad Agno questo tipo di rischio è decisamente inferiore rispetto all’aeroporto di Locarno. Anche alla foce del Vedeggio, da quando è stata rinaturata, si osserva la presenza di uccelli migratori, ma nulla in confronto con i numeri delle Bolle di Magadino dove da metà marzo a metà maggio il piano è sorvolato da un milione di uccelli”. Da questo punto di vista, conclude Lardelli, “se si dovesse puntare su un solo aeroporto cantonale, Agno vincerebbe a mani basse rispetto a Locarno anche per quanto concerne la sicurezza. Chiaramente il rischio zero non esiste, anche in zone dove normalmente non ci sono uccelli, un gabbiano fuori rotta può finire in un reattore”.
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