Il cruccio più grande di Millennials e Zoomers? È costo della vita
Preoccupano meno i cambiamenti climatici e la salute.
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Chi è nato tra il 1983 e il 2006 si dice molto preoccupato per l'aumento del costo della vita. Una preoccupazione che supera quella per i cambiamenti climatici e per la salute.
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Affitto, premi della cassa malati e cibo: il costo della vita è la preoccupazione numero uno in Svizzera per i Millennials (nati dal 1983 al 1994, secondo la definizione in esame) e per i membri della Generazione Z (1995-2006).
E questo prima dei cambiamenti climatici, della salute e della criminalità. È quanto emerge da uno studio della società di revisione e consulenza Deloitte, che ha interrogato 23’500 persone di 44 paesi, di cui 412 nella Confederazione.
Oltre un terzo degli intervistati elvetici (Zoomers: 37%, Millennials 35%) fatica a coprire le spese mensili e a pagare tutte le fatture e più della metà (rispettivamente 51% e 52%) vive di stipendio in stipendio, poiché tutte le entrate vengono immediatamente spese per le necessità quotidiane. Chi si trova in questa situazione non ha quindi la possibilità di accumulare risparmi o di far fronte a spese impreviste.
“L’elevato livello di benessere in Svizzera non deve nascondere il fatto che molti – soprattutto i più giovani – vivono alla giornata e sono a malapena in grado di provvedere alla propria vecchiaia”, commenta Michael Grampp, capo-economista di Deloitte Svizzera, citato in un comunicato. “Ciò è diventato particolarmente evidente a causa dei forti aumenti dei prezzi degli ultimi anni nelle categorie di spesa importanti per queste generazioni, come i viaggi, le uscite e il tempo libero”.
Zoomers e Millennials non sono preoccupati solo per la loro attuale situazione finanziaria, ma anche per la pensione. Quasi la metà della Generazione Z (49%) teme di non poter affrontare il pensionamento in condizioni di sicurezza finanziaria, con il dato che è in netto aumento rispetto ai tre anni precedenti, mentre per la generazione successiva la quota è del 37%.
Gli interrogati in Svizzera non si definiscono principalmente attraverso il loro lavoro: lo fanno solo il 31% degli Zoomers e il 35% dei Millennials, dati significativamente inferiori a quelli rilevati a livello globale (41% e 46%). Nella Confederazione la famiglia e gli amici svolgono di gran lunga il ruolo più importante nella formazione del senso di identità (Gen Z 54%, Millennials 65%), seguiti dagli hobby (38% e 40%) e dallo sport (38% e 40%). Mentre la carriera è al secondo posto come criterio di formazione dell’identità nei gruppi di confronto internazionali, in Svizzera è solo al quarto rango per la generazione Z e al quinto per i Millennials.
“Le sfide economiche che le giovani generazioni devono affrontare in Svizzera sono complesse e possono essere attribuite anche a un cambiamento di atteggiamento nei confronti del lavoro”, commenta Grampp. “La tendenza all’impiego a tempo parziale inizia in giovane età e limita il potenziale di guadagno e di carriera, con notevoli conseguenze finanziarie alla fine del mese. Mentre le generazioni precedenti consideravano spesso la carriera come il compito centrale della vita i giovani di oggi danno più valore all’equilibrio tra lavoro e vita privata nonché alla realizzazione personale. Questo cambiamento di priorità porta però spesso a gravi problemi finanziari”, conclude l’esperto.
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