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Il costo alto della vita aumenta le diseguaglianze in Svizzera

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© Keystone / Michael Buholzer

Se i nuclei famigliari più benestanti usano il 31% del reddito per affitto e assicurazione sanitaria, quelli più poveri devono devolvervi fino all'82% delle entrate.

In Svizzera, il costo della vita accentua le disuguaglianze. La ragione principale alla base del fenomeno è l’elevata spesa per gli alloggi, i premi della cassa malattia e i beni di consumo quotidiano. Uscite che pesano molto di più sulle famiglie con redditi bassi che su quelle con redditi alti.

Lo rileva uno studio secondo il quale il 10% delle famiglie “più ricche” e il 10% delle famiglie “più povere” utilizzano – in media – rispettivamente il 31% e l’82% del reddito per coprire queste spese incomprimibili.

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L’analisiCollegamento esterno, pubblicata sulla rivista Social Change Switzerland, documenta costantemente i cambiamenti sociali del Paese e, in questa occasione, ha scandagliato i dati di tre milioni di persone, indica un comunicato del Centro di competenza svizzero in scienze sociali (FORSCollegamento esterno).

Il 21% del reddito dei più poveri alla sola cassa malati

A contribuire ad aumentare la disuguaglianza, come detto, sono le spese quotidiane e quelle mensili come i costi dell’alloggio; ma ad aggravarla – viene sottolineato – sono soprattutto i premi dell’assicurazione sanitaria. Se da una parte, il decile più ricco della popolazione vi spende il 3% del reddito, quello più povero vi consacra addirittura il 21%.

Di questo 21%, solo un terzo è compensato dalla riduzione dei premi. Queste sovvenzioni, e le imposte dirette, attutiscono infatti solo in parte tali meccanismi. Dal 1997, il costo reale dei premi medi di assicurazione sanitaria è aumentato del 140%, secondo i dati dell’Ufficio federale della sanità pubblica, mentre la riduzione dei premi è stata solo del 41%.

Quanto costa mensilmente la cassa malati:

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Aumento degli affitti

Anche gli affitti non risparmiano i portafogli di chi vive in Svizzera. Anche se non vengono presi in considerazione nei calcoli dell’UST sulla disuguaglianza, nel lungo periodo, le locazioni sono aumentate costantemente, si legge nell’analisi.

Tra il 2016 e il 2023, gli affitti sono aumentati di circa l’8%. Nel 2023 il tasso ipotecario di riferimento è raddoppiato, il che comporterà automaticamente un ulteriore aumento delle abitazioni in locazione.

Infine, secondo l’Amministrazione federale delle contribuzioni, per i redditi modesti e medi, l’onere fiscale è rimasto costante dal 1984, intorno al 13% del reddito annuo. Allo stesso tempo, però, la pressione sui redditi molto alti (oltre un milione di franchi) è scesa da quasi il 39% al 32,5%. Gli ultimi decenni mostrano quindi che gli sgravi fiscali non sono stati uniformi.

In base ai datiCollegamento esterno a disposizione dell’Ufficio federale di statistica, nel 2022, il 10% delle persone residenti in Svizzera disponeva di un reddito disponibile equivalente inferiore a 26’607 franchi all’anno. Considerando invece l’estremità opposta, il 10% delle persone dispone di un reddito disponibile equivalente superiore a 95’767 franchi all’anno. La mediana indica che la metà delle persone residenti in Svizzera dispone di un reddito disponibile equivalente inferiore a 51’730 franchi all’anno.

L’indice di Gini

Per quantificare il modo in cui queste differenze contribuiscono alle disuguaglianze, le ricercatrici e i ricercatori hanno utilizzato il cosiddetto indice di GiniCollegamento esterno. Si tratta di una misura della disuguaglianza, sviluppata dallo statistico Corrado Gini in cui il coefficiente assume un valore pari a 100 per la disuguaglianza assoluta e un valore pari a 0 per una distribuzione equa.

Secondo lo studio, se si considera solo la distribuzione del reddito in Svizzera, il coefficiente è di 31,3 punti. Se si include il costo della vita, aumenta di 10,9 punti, arrivando a 42,2.

Per quanto riguarda le disparità legate alle imposte dirette e ai premi di assicurazione sanitaria, le disuguaglianze sono aumentate tra i 26 e i 30 punti Gini nel ventennio che va dal 2001 al 2021.

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Per i loro calcoli, le ricercatrici e i ricercatori hanno utilizzato i dati dell’Ufficio federale di statistica sul costo della vita e i dati fiscali per i cantoni di Argovia, Berna, Ginevra, Lucerna, San Gallo e Vallese per il 2015. Ciò ha permesso loro di mappare la situazione finanziaria di circa il 45% della popolazione svizzera di età inferiore ai 65 anni.

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