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Identità elettronica, raccolte oltre 60’000 firme

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Si andrà probabilmente al voto. Keystone-SDA

Si andrà probabilmente a votare sulla legge che introduce in Svizzera l'identità elettronica (ID-e). Il comitato promotore del referendum ha annunciato lunedì ai media di aver raccolto oltre 60'000 firme, che dovranno tuttavia ancora essere certificate.

Lo ha affermato, a nome degli Amici della Costituzione, la responsabile per la raccolta firme, Monica Amgwerd, secondo cui il numero di sottoscrizioni racimolate dovrebbe essere sufficiente per la riuscita del referendum.

La notizia era stata invero anticipata lo scorso sabato da un comunicato della stessa associazione, secondo cui era stata superata nettamente la soglia delle 50’000 firme. Adesso, ha spiegato Amgwerd, le firme dovranno essere inviate nei Comuni (il termine previsto per legge per la raccolta firme scade il 19 di aprile, n.d.r).

Secondo Amgwerd, il numero di adesioni è cresciuto nelle ultime settimane, con in media duemila firme al giorno. In generale, le persone sono preoccupate per la salvaguardia della loro sfera privata, ha spiegato. Molti hanno firmato perché non capiscono il senso di questa legge. Ad ogni modo, la battaglia dei promotori del referendum non è ancora finita: qualora si dovesse votare in settembre, sarà necessario fare appello agli elettori affinché sostengano finanziariamente la campagna referendaria, ha sottolineato Amgwerd.

A proposito del voto, il presidente dei Giovani UDC (destra conservatrice), Niels Fiechter, ha criticato il fatto che il popolo sia costretto a rivotare appena quattro anni dopo l’ampio “no” popolare al primo tentativo di introdurre l’ID-e con cui s’intendeva affidare l’emissione delle carte d’identità elettroniche ai privati.

Per Fiechter, anche la nuova legge, che invece chiama in causa come garante la Confederazione, rappresenta un grande pericolo per la libertà dei cittadini che non reputano necessaria un’identità elettronica, uno strumento che si vuole imporre loro senza che ve ne sia necessità. Alla luce di quanto accaduto appena nel 2021, tale atteggiamento dimostra solo disprezzo nei confronti della democrazia diretta, stando al presidente dei Giovani UDC.

A sostegno del referendum si batte anche l’Unione democratica federale (UDF) secondo cui, a detta di Samuel Kullmann, l’identità elettronica, a differenza di quella analogica, lascia dietro di sé delle tracce di noi stessi, vera miniera di informazioni per i big della tecnologia che non vedono l’ora di sfruttare una simile massa di informazioni per il loro scopi.

Secondo Kullmann, l’ID-e può anche avere dei vantaggi, “ma dobbiamo essere consapevoli che la sua realizzazione richiede una struttura digitale che, nei casi peggiori, renderebbe possibile un sistema di totale sorveglianza e controllo”. L’esperienza passata dimostra che il potenziale di abuso è enorme. Con questo referendum, ha affermato, vogliamo fare in modo che un mondo orwelliano del totale controllo “rimanga pura finzione”.

Il progetto

La legge sull’ID-e, garantita dallo Stato e la cui introduzione è prevista per il 2026, è stata accolta dal Parlamento al termine della scorsa sessione invernale delle Camere federali.

In un prossimo futuro, chiunque sia in possesso di una carta d’identità o di un passaporto svizzero, o di un permesso di soggiorno per stranieri, potrà richiedere l’ID-e, sia online che presso l’ufficio passaporti. Il documento virtuale sarà gratuito e facoltativo e dovrebbe garantire la massima protezione dei dati e la sicurezza.

Sarà possibile utilizzare l’ID-e ad esempio per richiedere un estratto del casellario giudiziario, una patente di guida o una prova di residenza. Ma sarà anche possibile utilizzarla nel mondo fisico tramite un’applicazione per smartphone, ad esempio per dimostrare la propria età al momento dell’acquisto di alcolici.

Tutti i contatti con la Confederazione che possono avvenire virtualmente utilizzando l’ID-e continueranno a essere possibili anche fisicamente. Contemporaneamente, tutte le autorità in Svizzera saranno obbligate ad accettare l’ID-e come documento d’identità valido se accettano il principio della prova elettronica dell’identità. Infine, questi sistemi saranno conformi agli standard internazionali, in modo che l’ID-e possa essere utilizzata anche all’estero.

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