I servizi segreti svizzeri possono impiegare agenti virtuali sotto copertura
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Keystone / Melanie Duchene
Il servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) è autorizzato a impiegare agenti virtuali sotto copertura per raccogliere informazioni.
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Keystone-ATS
L’Autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative (AVI-AIn) riconosce la legalità di operazioni condotte da agenti virtuali (ossia agenti che non operano sul campo, ma al computer) nella sintesi di un rapporto pubblicato giovedì.
Secondo il SIC, la comunicazione nei settori del terrorismo e dell’estremismo violento si è allontanata dalle piattaforme pubbliche, scrive l’AVI-AIn.
Senza l’impiego di simili agenti virtuali, il SIC dipenderebbe dai servizi partner stranieri. Inoltre si rischierebbe di non riconoscere le indicazioni di minacce imminenti nello spazio virtuale, o di non riconoscerle per tempo.
Il servizio del Telegiornale 20.00 della RSI del 27 marzo 2025:
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La legge sui servizi di intelligence permette simili operazioni, ma che cosa sia esattamente consentito fare, ad esempio nel contesto di un servizio di messaggeria criptato, non è ancora stato chiarito in modo definitivo.
Per questo l’autorità di vigilanza raccomanda al SIC di rafforzare le proprie competenze legali in questo settore, che diventerà sempre più rilevante in futuro. Tuttavia, non ci sono al momento indicazioni che tali agenti virtuali siano stati impiegati per l’acquisizione illegale di informazioni.
Nel rapporto non mancano alcune critiche circa la costituzione di questa sezione in seno al SIC. Per esempio non esistono criteri concreti per misurare l’efficacia di tali impieghi. Tuttavia, l’asticella per autorizzare una missione di questo tipo è posta molto in alto: una segnalazione isolata da parte di un servizio estero non è sufficiente per autorizzare l’uso di agenti virtuali. Il SIC deve piuttosto disporre di informazioni proprie affidabili prima di dare il via libera a simili agenti.
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